il Punto Coldiretti

Reddito alle imprese al centro della plenaria dei presidenti Coldiretti

Europa, territori, imprese, mobilitazione. Sono le quattro parole chiave, filo rosso dei due giorni di confronto della plenaria dei presidenti della Coldiretti a Roma.  Oltre cento interventi che hanno centrato tutti i problemi chiave dell’agricoltura con le specificità dei singoli territori. Con un unico collante: l’orgoglio di appartenere a una organizzazione che è sempre sul pezzo. Non scese in campo sporadiche, ma un pressing costante, quotidiano sulle grandi questioni, dalla Pac al rispetto del principio di reciprocità delle importazioni, dalle pratiche sleali commerciali alla fauna selvatica, dalle risorse idriche alla ricerca, ma anche sulle criticità locali e l’Unione Europea.

Perché il metodo, fondato sulla capacità di ascolto, è di partire dalle istanze del territorio, che nella filosofia Coldiretti è centrale e strategico, elaborarle e rilanciarle sul piano nazionale e internazionale. Un modus operandi che ha portato a incassare importanti risultati e che rappresenta anche per il futuro la vera carta vincente. Mai come in questo periodo i problemi sul tappeto sono tanti, aggravati da guerre e tensioni geopolitiche, ma quello che è emerso è la volontà di andare avanti, di fornire ai soci risposte e servizi, di attrarre i giovani. Tutto in nome di una fede salda: l’amore per la terra.

E l’impegno a contrastare con tutte le forze le avversità e non solo quelle climatiche che stanno mettendo a dura prova la vita delle imprese agricole. I cibi sintetici, ma anche quelli ultraformulati sono la spina nel fianco per chi ha assunto come mission la salvaguardia degli interessi e dei redditi degli agricoltori, anche attraverso la tutela della salute dei cittadini. In nome di quel patto con il consumatore che è un asset della politica confederale. La difesa di un patrimonio conquistato in 80 anni spinge a non abbassare mai la guardia. E così la mobilitazione continua.

Ma non una protesta fine a sè stessa ma costruttiva. Perché ogni discesa in campo negli anni ha portato a risultati concreti. Figli anche del coraggio e della speranza intesa – come ha più volte spiegato il segretario generale Vincenzo Gesmundo- come saper fare bene. E’ questa la postura di tutte le manifestazioni come è accaduto per rivendicare i soldi delle assicurazioni o per incalzare le amministrazioni ad atti concreti per arginare cinghiali e lupi che attaccano le aziende.  E’ l’essere Coldiretti che – è stato ripetuto da più di un presidente “quando fa la Coldiretti non ce ne è per nessuno”.

La questione della gestione del rischio – ha sottolineato Gesmundo – è nata dal territorio, poi il presidente ha parlato con il ministero dell’Agricoltura e con l’Agea per trovare la via di sbloccare le risorse. Ma Coldiretti non si ferma e ha già avviato il lavoro per riscrivere il modello assicurativo agricolo. Un tema delicato come quello del consumo di suolo e delle agroenergie su cui l’organizzazione ha puntato molto o sulle agroenergie. Grazie a Coldiretti sono stati agevolati gli impianti fotovoltaici sui tetti e sono stati bloccati i pannelli a terra. Vinta la partita nazionale ora la palla è passata alle regioni che devono scegliere le aree idonee. Altro tema caldo: l’acqua. Sia per quelle regioni come la Sicilia che sono state devastate quest’anno da una siccità drammatica, sia per quelle, Emilia Romagna in primis, colpite più volte dalla furia delle alluvioni.

Acqua per produrre di più, per mantenere viva l’agricoltura e dunque come antidoto allo spopolamento che sta colendo le zone marginali e montane. La montagna un altro obiettivo centrale su cui Coldiretti ha annunciato la mobilitazione. Il presidente Prandini ha proposto per esempio che gli ecoschemi non siano misure aggiuntive di carattere ambientale, ma che  consentano di destinare più risorse alle aree interne anche per evitare lo spopolamento. Le risorse finanziarie sono tra le priorità dell’azione confederale.

Prandini sta seguendo a Bruxelles  ogni passo e ha spiegato che l’obiettivo è la difesa dei fondi recuperando quella parte erosa dall’inflazione. E poi la proposta di trovare un’integrazione tra Pac e Fondo di coesione i cui finanziamenti – ha detto – possono essere destinati ai grandi investimenti agricoli, a partire dai bacini di accumulo. L’acqua, come hanno sostenuto tutti i presidenti intervenuti, è al primo posto, perché senza acqua non si produce e soprattutto non si produce qualità. Così come, secondo il presidente di Coldiretti, fondi aggiuntivi potrebbero essere destinati alla rete internet: in Italia è digitale il 55% delle superfici, in Spagna si arriva al 90%.

Per innovare è fondamentale disporre di risorse. Da qui i riflettori puntati sulla Pac: “serve – ha ribadito – semplificazione, i soldi devono arrivare subito agli agricoltori. La burocrazia è dannosa. E’ poi importante che i contributi vadano esclusivamente ai veri agricoltori, coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. Al centro di tutto c’è dunque l’agricoltore al quale vanno forniti strumenti adeguati, dall’agricoltura 4.0 alle Tea per abbattere i costi, difendere le coltivazioni e puntare alla sostenibilità economica e ambientale. I costi sono un macigno che pesa sul futuro delle imprese e anche su questo fronte Coldiretti è scesa in campo con Consorzi Agrari d’Italia (Cai).

Tutto si affronta in modo pragmatico. E scientifico. Come nel caso della battaglia contro i cibi sintetici e ultraformulati. Coldiretti ha risposto a chi la tacciava di oscurantismo affidando gli studi ai maggiori istituti universitari. E dai primi risultati sembrerebbero emergere seri dubbi sulla sicurezza degli alimenti realizzati in laboratorio. Per questo l’organizzazione ha contestato le nuove linee guida dell’Efsa che vorrebbe trattare i prodotti alimentari sintetici alla stregua dei novel food. Invece per Coldiretti  l’unico modo per tutelare la salute dei consumatori è di procedere ad analisi cliniche come per i farmaci ai quali i prodotti da laboratorio vanno equiparati. Anche sugli ultra formulati la guardia resta alta. La finalità è duplice – ha concluso Prandini – garantire una giusta soddisfazione economica ai nostri produttori e tutelare la salute e il benessere dei consumatori, in particolare le nuove generazioni.

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