il Punto Coldiretti

Pace, scienza e salute, in ventimila a Parma per difendere l’agricoltura

Pace, scienza e salute da difendere in Europa con il lavoro quotidiano degli agricoltori impegnati ogni giorno a portare in tavola cibo sano frutto dei cicli della natura, che da sempre ha accompagnato la storia dell’uomo. Un concetto ben espresso dai colori, dai volti de dalle parole che hanno accompagnato la più grande manifestazione agricola nell’ultimo decennio organizzata dalla Coldiretti con 20mila associati provenienti da ogni parte d’Italia a Parma lo scorso 19 marzo, con una forte presenza di giovani e donne, piuttosto rara nelle recenti manifestazioni di piazza.

Un luogo non scelto a caso perché si tratta della ”capitale” della food valley italiana ma anche della sede dall’Autorità alimentare Europea alla quale spetta il compito di vigilare sulla sicurezza di quanto viene messo nel piatto dei cittadini. E sono stati proprio gli abitanti della città emiliana ad incoraggiare e sostenere il grande popolo della Coldiretti che con un corteo lungo chilometri ha attraversato il centro per fermarsi davanti alla sede legale dell’Efsa dove è stato montato il palco giallo-blu con i colori della principale organizzazione agricola che si confondevano con quelli dell’Unione Europea e della bandiera italiana. Centinaia i cartelli esposti dai manifestanti dove si leggevano slogan come “Cibo dalle campagne non dai laboratori”, “Più ricerca medica”, “I cittadini europei non sono cavie”, ma anche “Coltiviamo un futuro di pace”, “Stop alle guerre militari e commerciali” e “L’Europa ci serve come il pane”.

E ancora “L’Europa è un valore irrinunciabile, è la nostra casa, ma lavoriamo per un’Europa migliore, più equa, più forte, più generosa. Non lasciamo che si faccia travolgere dalla storia” si legge nel materiale diffuso per l’occasione. In piazza a sostenere l’iniziativa, oltre 1000 comuni rappresentati con molti gonfaloni provenienti da tutto il Paese, tra i quali il comune di Pollica, comunità emblematica della Dieta Mediterranea patrimonio Unesco, presente con il sindaco Stefano Pisani. Numerose associazioni di categoria come quella dei consumatori del Codacons e dell’Adusbef, Federbio, Fipe (l’associazione italiani dei pubblici esercizi leader nel settore della ristorazione), rappresentanti di Natura Sì, oltre ad altre sigle che hanno manifestato il sostegno pur non potendo essere in piazza.

Presenti anche i rappresentanti di due organizzazioni agricole europee: Juan Luis Delgado vicepresidente della spagnola Asaja e Patrick Benezit presidente francese della Fnb, una delle più grandi rappresentanze di allevatori d’Europa. Dal Palco sono intervenuti i rappresentanti delle associazioni e delle realtà istituzionali che hanno dato sostegno all’iniziativa ed i vertici nazionali e territoriali della Coldiretti, dal “padrone di casa” Nicola Bertinelli vicepresidente nazionale e presidente dell’Emila Romagna. a David Granieri vicepresidente nazionale e presidente Lazio, da Gennaro Masiello vicepresidente nazionale a Cristina Brizzolari presidente del Piemonte, da Franco Aceto presidente Calabria a Dominga Cottarella presidente di Terranostra fino ad Enrico Parisi delegato nazionale dei giovani.

Il Segretario generale della Coldiretti Enzo Gesmundo nel salutare il popolo della Coldiretti ha ricordato l’invito di Papa Francesco a “disarmare le parole per disarmare la terra” e in un momento decisivo per l’Unione ha sottolineato quanto “l’agricoltura sia strategica per il futuro.” Abbiamo bisogno come il pane dell’Europa ma serve – ha precisato “una Europa più generosa, più giusta, più convinta nel mettere in campo politiche per agricoltori e consumatori europei”. Il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha ringraziato tutti i partecipanti per la prova di forza e di compostezza nel “testimoniare quanto l’agricoltura sia strategica per futuro dell’Italia e dell’Europa” ma occorre “sburocratizzare i vincoli che allontanano le imprese dalle istituzioni”

“Chiediamo all’Europa di tornare a farsi carico delle istanze dei suoi cittadini, difendendo la salute delle persone e i settori produttivi come l’agricoltura e l’alimentare.”

Una iniziativa partecipata sul terreno ma anche in rete dove le immagini della manifestazione sono state raccontate dalla campagna digitale #facciamoluce per promuovere un’alimentazione consapevole e far conoscere  i rischi dei cibi di laboratorio e le sollecitazioni della Coldiretti. Serve “un’Europa più forte e coraggiosa, che sappia dare risposte per la difesa del reddito degli agricoltori e della salute dei cittadini e che lavori per la pace”.

Per questo occorrono risorse adeguate per sostenere il settore agricolo europeo, da destinare solo ai veri agricoltori, quelli che assicurano la sovranità alimentare al Continente. Investire in agricoltura infatti rappresenta uno strumento concreto di difesa e sicurezza strategica comune per l’Unione europea – ricorda Coldiretti. Le imprese agricole sono da tutelare con meno burocrazia e più semplificazione, partendo dalla riduzione dell’incomprensibile carico di impegni associato agli eco-schemi nella Politica Agricola Comune.

Va peraltro assolutamente respinta ogni ipotesi di mettere etichette allarmistiche o tasse sul vino, prodotto che si inserisce appieno nella Dieta Mediterranea e che negli anni è divenuto il simbolo del bere responsabile. Per garantire la sicurezza alimentare e la trasparenza per tutti i cittadini dell’Unione non è più rinviabile – sostiene Coldiretti – l’origine obbligatoria del paese d’origine in etichetta per tutti i cibi commercializzati in Europa, partendo dall’abolizione della regola dell’ultima trasformazione sostanziale del codice doganale”. 

Proprio per questo la Coldiretti sta raccogliendo le firme per arrivare a 1 milione di cittadini che chiedano di garantire il loro diritto alla trasparenza sull’origine dei cibi che arrivano sulle nostre tavole. La trasparenza sugli scaffali Ue non potrà però essere realizzata appieno senza garantire reciprocità negli accordi internazionali, dove i prodotti alimentari dei Paesi Extra Ue devono assicurare le stesse garanzie di quelli europei in termini di utilizzo di agrofarmaci, rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori. In tale ottica sono necessari anche più controlli alle frontiere contro le importazioni sleali rispetto a una situazione che vede molti scali europei come autentici “colabrodo” che fanno passare di tutto. Indispensabile mettere regole sui cibi ultraformulati, anche sulla base delle evidenze scientifiche sui problemi per la salute legati al loro consumo, e su quelli fatti in laboratorio. E i risultati sono arrivati.

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