il Punto Coldiretti

Incidenti causati da animali selvatici, la sentenza della Cassazione

Un recente caso giudiziario, discusso di fronte alla Corte di Cassazione, ha riacceso i riflettori sulla questione degli incidenti stradali causati da animali selvatici. L’ordinanza n. 21427 del 25 luglio 2025 ha esaminato il ricorso di un automobilista, A.A., che nel 2019 aveva subito danni al proprio veicolo a seguito di una collisione con un capriolo sulla S.P. 78 Picena.

La sentenza della Corte ha ribaltato le decisioni precedenti, stabilendo che la responsabilità per tali danni ricade sulla Regione Marche, titolare della gestione della fauna selvatica. La Corte ha chiarito che la responsabilità non è da inquadrare come una colpa generica (art. 2043 c.c.), ma piuttosto come responsabilità oggettiva del proprietario dell’animale (art. 2052 c.c.). L’animale selvatico è infatti considerato parte del patrimonio indisponibile dello Stato, gestito dalle Regioni, e quindi la Regione è tenuta a risarcire i danni a meno che non si dimostri il “caso fortuito”. Il conducente, dal canto suo, deve dimostrare di aver guidato con prudenza e che la condotta dell’animale fosse imprevedibile e irrazionale, rendendo l’incidente inevitabile.

Nel 2024 sulla rete viaria nazionale si sono registrati 199 incidenti gravi causati dagli animali che hanno provocato 14 morti e 254 feriti secondo l’analisi Coldiretti su dati Asaps dalla quale si evidenzia che ben 181 sinistri hanno riguardato un animale selvatico, in aumento del 6% rispetto ai 170 dell’anno precedente. I numeri presentati ci raccontano di una situazione grave che rischia di compromettere la sicurezza della circolazione sulle strade provinciali, nazionali e sulle autostrade. In questo contesto, l’attività venatoria assume un ruolo cruciale nella prevenzione di incidenti simili a quello esaminato nel caso giudiziario. Gestire la fauna selvatica non significa solo tutelarla, ma anche controllarne la popolazione per garantire un equilibrio sostenibile che riduca i rischi per la sicurezza pubblica.

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