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La Popillia japonica sempre più diffusa in Europa

La Popillia japonica, un coleottero originario del Giappone, infesta ormai più di tre comuni lombardi su cinque (62%), con l’areale di presenza che si espande di circa 10 chilometri all’anno. E ormai è presente dal Piemonte fino al Veneto, al Friuli Venezia Giulia e all’Emilia Romagna. E’ quanto emerge da un’elaborazione di Coldiretti Lombardia su dati regionali in occasione dell’incontro “Popillia japonica. Necessità e proposte del settore florovivaistico” organizzato a Canneto sull’Oglio (Mantova) dal distretto PlantaRegina, in collaborazione con Coldiretti e Assofloro. Un appuntamento dal quale è emerso un percorso condiviso tra Coldiretti, Assofloro, Crea e Servizio Fitosanitario Nazionale per una corretta ed efficace gestione del problema Popillia japonica in ambito florovivaistico.

La Popillia japonica è stata rinvenuta per la prima volta in Italia nel luglio del 2014 nella valle del Ticino, tra Piemonte e Lombardia: mentre le larve infestano i prati nutrendosi delle radici, gli adulti di Popillia sono in grado di attaccare oltre 300 specie vegetali, tra cui ad esempio mais, soia, vite, piccoli frutti, pomodoro, ma anche piante ornamentali come rosa, ibisco, glicine, tiglio e betulla. Questo Attila delle piante rappresenta solo uno degli organismi nocivi di origine straniera portati nelle campagne, nei boschi e nei vivai italiani dai cambiamenti climatici e dalla globalizzazione degli scambi. Dalla cimice asiatica al tarlo asiatico, dal bostrico tipografo al punteruolo rosso, ogni anno in Italia gli insetti alieni causano danni per oltre un miliardo di euro. Ma ormai il problema è a livello europeo, il coleottero è presente in Svizzera, Germania, Slovenia e si fanno sempre più frequenti le segnalazioni in Francia e Spagna, con individui che geneticamente non arrivano solo dall’estremo oriente, luogo di origine della Popillia, ma dagli Stati Uniti, dove questo coleottero si è sviluppato in modo incontrollato e dove sono autorizzati trattamenti con principi attivi contro le larve non ancora autorizzati in nell’UE.

“Occorre garantire alle aziende agricole efficaci strumenti di lotta – spiega Gianfranco Comincioli, presidente di Coldiretti Lombardia, intervenuto al convegno a Canneto sull’Oglio – considerando la consistente riduzione dei prodotti fitosanitari autorizzati senza che siano state prima sviluppate soluzioni di difesa integrata”. A rendere più complessa la difesa delle colture è peraltro la burocrazia, soprattutto a causa di una mancata armonizzazione delle normative all’interno dei confini Ue. Accade infatti che ogni sostanza debba essere approvata e valutata a livello nazionale. “A questo proposito – precisa il presidente Comincioli – chiediamo l’adozione urgente di una procedura zonale di autorizzazione realmente armonizzata, come già previsto dalla normativa Ue, che consenta il riconoscimento automatico delle autorizzazioni all’interno della stessa zona senza dover ripetere inutili valutazioni nazionali. E’ altresì necessario rafforzare il sistema di controllo comunitario alle frontiere”. Il Presidente della rinnovata Consulta Florovivaistica Nazionale di Coldiretti (articolata in consulte regionali composte da 156 imprenditori), Mario Faro, ha evidenziato le difficoltà che ancora sussistono per l’export verso certe destinazioni e come serva una intensa attività diplomatica per rimuovere queste barriere. Oltre alle modalità di lotta alle larve ed agli adulti, l’UE dovrà valutare, vista la grande diffusione di Popillia, se sia ancora attuale la classificazione come patogeno da quarantena.

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