il Punto Coldiretti

Mai cosi tanti allarmi alimentari nell’Unione Europea

L’Unione Europea garantisce livelli di sicurezza alimentare tra i più elevati al mondo, grazie ad una solida base legislativa a tutela dei consumatori. Un elemento chiave per assicurare un rapido scambio di informazioni tra i Paesi Membri, in caso di rischi per la salute umana e /o animale legati al consumo di alimenti e mangimi, è rappresentato dal sistema di allerta rapido. Il sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi (RASFF) ideato per la prima volta nel 1979 su proposta del Consiglio europeo, è stato istituito ufficialmente con il regolamento (CE) 178/2002 che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare. Il sistema RASFF è un sistema di allerta, sotto forma di rete, attivo 24 ore su 24, per la notifica di un rischio diretto o indiretto per la salute umana animale o per l’ambiente dovuto ad alimenti o mangimi.

Secondo la relazione annuale 2024 “Rasff-Sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi” pubblicato sul sito del ministero della Salute, nell’anno 2024 sono state trasmesse, attraverso il RASFF, 5268 “notifiche” a fronte delle 4683 notifiche del 2023. Si tratta del massimo picco di notifiche mai riscontrato dal momento dell’avvio del sistema. Per quanto riguarda i Paesi di origine dei prodotti che sono stati oggetto delle notifiche trasmesse dal RASFF, i casi con coinvolgimento di prodotti di origine italiana risultati irregolari sono stati 210 pari al 3,8% del totale (205 nel 2023,146 nel 2022, 172, nel 2021, 125 nel 2020, 146 nel 2019). Il Paese d’origine che ha ricevuto il maggior numero di notifiche per prodotti non conformi è la Turchia (493), equivalente al 9,4% del totale, seguita dalla Cina (347), equivalente al 6,6% del totale, e dalla India (329), equivalente al 6,2% del totale. Si tratta della conferma dell’esigenza, più volte manifestata dalla Coldiretti, di garantire il rispetto del principio di reciprocità nel commercio con i paesi terzi.

Va peraltro ricordato che la Commissione Europea intende chiudere le trattative con l’India per un accordo di libero scambio entro il 2025. I 210 prodotti italiani oggetto di allerta europea comprendono frutta e vegetali (18,6%), pesce e prodotti della pesca e prodotti a base di noci e semi (12,7%), pollame e prodotti a base di carne di pollame (8,1%). I pericoli sanitari maggiormente riscontrati nelle notifiche attivate dal nostro Paese riguardano i microrganismi patogeni (21,7%), le micotossine (21,5%), i residui di pesticidi (13,2%) e i metalli pesanti (10,2%). Sul totale delle 5268 “notifiche” trasmesse a livello europeo attraverso il RASFF, tra i contaminanti microbiologici, il maggior numero ha riguardato Salmonella, Listeria monocytogenes e Escherichia coli. Il pericolo maggiore rilevato nel 2024 è stata la salmonella, in aumento i residui di pesticidi. Lo scorso anno, secondo quanto sottolinea il rapporto, c’è stato un aumento delle notifiche relative a frutta e vegetali. Stesso trend in crescita per cereali e prodotti da forno che superano erbe e spezie e prodotti della pesca. Nel dettaglio. Le notifiche che hanno riguardato i prodotti della pesca sono state complessivamente 251.  E i paesi con il maggior numero sono stati Spagna, Vietnam e Francia. Le notifiche che hanno riguardato i prodotti della carne, escluso il pollame, sono state 213 e sono state rivolte a Polonia, Paesi Bassi, Italia e Belgio.

Nel corso del 2024 le notifiche per il pollame sono state 420 e ancora in prima linea Polonia, Brasile e Ucraina. Nel mirino 125 prodotti a base di latte e derivati provenienti dalla Francia, seguita da Italia e Olanda. Le segnalazioni per frutta e vegetali sono state 983 soprattutto per residui di pesticidi (592, pari al 60,0 %), ma anche presenza di micotossine (190, pari al 19,3%), microorganismi patogeni (48, pari al 4,9 %), metalli pesanti (36, pari al 3,6 %) e additivi e aromi (34, corrispondenti al 3,4 % delle segnalazioni). Il Paese con il maggior numero di notifiche è la Turchia, seguita da Egitto e India. Le segnalazioni per frutta secca e semi sono state 599, in aumento rispetto al 2023. Sul banco degli imputati Stati Uniti, Egitto, Turchia, Nigeria ed Iran. Per cereali e prodotti da forno 392 notifiche e al primo posto c’è l’India. Per quanto riguarda erbe e spezie (320 notifiche) i tre Paesi interessati sono stati India, Turchia e Cina. Le notifiche pervenute per grassi e oli sono state 46 e hanno coinvolto Ucraina e Turchia.

Nel mirino anche i prodotti dietetici e gli integratori alimentari (384 segnalazioni) di origine soprattutto americana, inglese e olandese. Le principali irregolarità sono relative alla presenza di Novel Food (153 pari a 39,5% delle non conformità). Seguono le segnalazioni relative alla presenza di sostanze non autorizzate. Allarme anche per additivi alimentari e aromi (19) in arrivo da Cina e India. Per quanto riguarda uova e derivati le non conformità riscontrate (soprattutto la salmonella enteritidis) hanno interessato le produzioni di origine olandese. Allarmi anche per piatti pronti e spuntini (148 notifiche a fronte delle 98 del 2023) made in Cina, Germania e Paesi Bassi.

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