La decisione di ratificare l’accordo Ue-Mercosur deve soppesare costi e benefici
Da Agrapress, articolo su “Le Monde” E’ opportuno ratificare l’accordo commerciale tra l’Unione europea (UE) e il Mercosur (…)? E’ questa la domanda che l’UE pone ai suoi Stati membri e che e’ oggetto di accesi dibattiti. Per alimentare la discussione, la Commissione europea ha pubblicato di recente un rapporto di valutazione palesemente sbilanciato a favore dell’accordo. La pubblicazione, realizzata dalla Direzione generale del commercio, completa una precedente valutazione commissionata alla LSE Consulting, nonche’ il rapporto di valutazione richiesto dal Governo francese a un comitato di esperti che ho avuto l’onore di presiedere. Il metodo economico scelto e’ quello classico (…). Tuttavia, gli scenari presi in considerazione, l’interpretazione dei risultati e le conclusioni che ne vengono tratte appaiono chiaramente di parte. L’accento e’ posto sistematicamente sui benefici attesi dall’accordo, mentre gli effetti negativi sono minimizzati, se non addirittura occultati. La stessa Commissione, nella “sintesi esecutiva”, non lo nasconde e ammette che il rapporto mira a “presentare i benefici attesi dell’accordo”. Alcuni esempi illustrano bene il carattere partigiano della valutazione. Dal punto di vista economico, il rapporto sottolinea gli aumenti delle esportazioni per settore per l’UE e il Mercosur. Ma l’impatto economico netto per settore, considerando anche le importazioni, e’ menzionato soltanto in appendice e senza alcun commento. Eppure, in alcuni casi questo impatto risulta negativo e significativo. Ad esempio, il rapporto prevede un aumento delle esportazioni agricole dell’UE pari a 185 milioni di euro per la frutta e la verdura, nonche’ per gli oli vegetali. In una tabella in appendice, risulta che le perdite ammontano a 337 milioni di euro per il settore ortofrutticolo e a 158 milioni di euro per quello degli oli vegetali. Per quanto riguarda la deforestazione, il rapporto include, giustamente, un modulo sull’uso dei suoli. Tuttavia, gli scenari presentati e le conclusioni che ne derivano sono a dir poco sorprendenti. Nel primo scenario, l’accordo comporterebbe un aumento della produttivita’ agricola sufficiente a ridurre la deforestazione: con rese piu’ elevate, l’aumento delle esportazioni potrebbe avvenire senza disboscare nuovi terreni. Un ragionamento che pero’ ignora gli incentivi economici legati alla crescente valorizzazione dei pascoli e dei terreni coltivabili, che rendono la deforestazione piu’ redditizia. Il secondo scenario si fonda sull’idea che la normativa europea, vietando l’importazione di prodotti provenienti dalla deforestazione, garantirebbe che l’accordo non comporti la distruzione delle foreste. Ma si tratta di un’ipotesi di piena efficacia della normativa, che appare fin troppo ottimistica e che resta da dimostrare. Nel terzo scenario, in assenza di aumenti di produttivita’, l’accordo provocherebbe un aumento della deforestazione di 670 ettari all’anno. Una cifra di molto inferiore alle stime del nostro rapporto: 700 000 ettari all’anno, se si includono i pascoli necessari per il contingente di carne bovina esentata da dazi doganali – ovvero il 5 % in piu’ di deforestazione -, senza nemmeno considerare l’impatto delle colture sulla deforestazione. Per quanto riguarda gli aspetti sanitari e fitosanitari, il rapporto si limita a elencare gli impegni assunti dalle parti firmatarie nelle sedi di dialogo, senza alcuna analisi dei rischi concreti. Nessun accenno alle sostanze vietate nell’UE ma autorizzate nei paesi del Mercosur – come alcuni pesticidi o alcuni ormoni della crescita – ne’ sull’affidabilita’ dei controlli. E questo nonostante la Commissione europea in un recente audit sull’argomento ne raccomandi il rafforzamento. Ogni accordo commerciale crea vincitori e vinti, e quello tra UE-Mercosur non fa eccezione. La riduzione dei dazi doganali intensifica i flussi commerciali, aumentando i rischi ambientali e sanitari. La decisione se ratificare o meno l’accordo UE-Mercosur va presa soppesando con attenzione costi e benefici. Pubblicando una valutazione tendenziosa, la Commissione europea indebolisce la propria credibilita’ e contribuisce a polarizzare il dibattito, fornendo argomenti a chi ricorre a caricature e ad esagerazioni per imporre il proprio punto di vista. Stefan Ambec e’ direttore di ricerca all’Inrae (Istituto nazionale di ricerca per l’agricoltura, l’alimentazione e l’ambiente) e professore alla Toulouse School of Economics. [Stefan Ambec, quotidiano – a cura di agra press] 04:10:25/00:00 |
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