il Punto Coldiretti

Forum Coldiretti sempre più grande tra strategia e visione

Strategia e visione. Ancora una volta la Coldiretti ha fatto centro, confermandosi non solo una rappresentanza del mondo agricolo e agroalimentare, ma una realtà del Paese che riesce ad accendere i riflettori sulle questioni più calde del settore, ma in una prospettiva di ampio respiro. Con una capacità di affrontare i problemi specifici, dal taglio della Pac ai dazi fino alle pratiche sleali, inquadrandoli  nel contesto globale dominato da guerre, rivoluzioni commerciali, derive alimentari che rischiano di mettere in discussione il modello italiano nel nome di mode e  nuove tendenze che fanno  esclusivamente gli interessi dei pochi detentori di smisurate ricchezze che dopo  aver investito in  comunicazione e farmaci, ora hanno indirizzato gli appetiti al cibo, ma quello realizzato in laboratorio.

Che garantisce il comando del business. Per rendere così i poveri  a tavola sempre più poveri. Impegno in prima linea sulla tutela della salute, partendo dai bambini, con un contrasto deciso agli alimenti ultra formulati che rischiano di penalizzare pesantemente le nuove generazioni. La Coldiretti ha dimostrato ancora una volta la capacità di stimolare un dibattito ai massimi livelli tra gli esponenti del Governo (sono intervenuti i ministri dell’Economia e Finanze, Giancarlo Giorgetti, della Difesa, Guido Crosetto, della Salute, Orazio Schillaci, per gli Affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, Tommaso Foti, dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida)  politici, manager pubblici e privati, ricercatori, rappresentanti del mondo della cultura e della comunicazione su temi scottanti, dalla tenuta della democrazia al futuro dell’economia fino ai più complessi interrogativi legati ai conflitti in corso che stanno cambiando le prospettive della stessa Europa dove sempre di più si parla ( e non solo) di riarmo.

E al Forum dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a fronte dei tanti interrogativi posti sono arrivate a stretto giro le prime risposte. Dalla presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola, che ha detto con chiarezza che i parlamentari diranno no alla proposta della Commissione di ridurre il budget agricolo,  al ministro Lollobrigida che ha garantito la difesa della  Pac e ha annunciato  la conferma nella legge di Bilancio dell’intervento sull’Irpef per il prossimo biennio a garanzia anche di un sistema fiscale meno opprimente. E poi l’aumento dei fondi del Pnrr per l’agricoltura (confermato dal ministro Foti e dal vice presidente della Commissione Ue, Raffaele Fitto). In primo piano un tema caro al segretario generale della Coldiretti, Vincenzo Gesmundo: l’Intelligenza Artificiale che – ha detto “ deve essere al servizio dell’uomo, perché non deve essere l’uomo usato dalla tecnologia”. E poi il clima di smarrimento che si avverte. “Bisogna recuperare la politica nel senso più alto – ha detto Gesmundo – perché ora si è smarrita la capacità di rassicurazione”. E la paura serpeggia nel mondo agricolo. “Nella Ue – ha affermato il segretario generale – 7 coltivatori su 10 hanno smarrito il senso del futuro”. E poi la guerra: ”non permetteremo mai e poi mai che le parole siano sempre armate, serve un mondo che abbia parole disarmate, Ma negli ultimi 80 anni chi parlava di guerra atomica? Si è persa la bussola investendo migliaia di miliardi in riarmo. È legittimo domandarsi se sia giusto che l’aumento delle risorse per la difesa, debba pesare così tanto sul sistema agricolo, che la presidente del Parlamento europeo ha definito il settore da difendere con maggiore convinzione. L’agricoltura  non può continuare a essere la variabile di compensazione delle politiche economiche e industriali europee. È il cuore pulsante dell’identità e della sicurezza alimentare del continente”. E infine un avvertimento: “Senza i contadini, in Europa non si governa». “Il cibo – ha affermato concludendo la due giorni dei lavori il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini – è la vera arma strategica di un paese: garantisce coesione sociale, sviluppo economico e occupazione”.

Da qui la netta opposizione al taglio dei fondi della Politica agricola comune. Il peso dei fondi agricoli sul bilancio Ue negli anni – ha ricordato il presidente –  è sceso  dal  73% del 1980  al 24,6% dell’ultima programmazione e ora si oscilla tra il 14  e il 15% “con il rischio  – ha aggiunto – di marginalizzare il settore  e questo non ce lo possiamo permettere, non solo per i nostri agricoltori, ma per la collettività”. La Coldiretti è perentoria: “con i soldi degli agricoltori  non si possono finanziare gli investimenti in armi”. Prandini ha sottolineato come Cina e India abbiano costruito la loro influenza globale sulla sicurezza alimentare. E anche gli Stati Uniti con la politica dei dazi puntano a rafforzare le loro filiere produttive. Italia ed Europa devono dunque aumentare le loro produzioni alimentari ma senza fondi l’obiettivo non si può raggiungere.   Prandini ha riaffermato la necessità di tornare a una pianificazione di lungo periodo anche per riconquistare quegli oltre 100mila giovani che  hanno scelto di andare in altri paesi e dei quali solo un terzo è ritornato. Bisogna investire sui ragazzi per consentire loro di crearsi una famiglia, e in questo modo si darebbe una risposta anche al problema demografico. Con prospettive interessanti in particolare in agricoltura.  Ma  sono necessarie risorse mirate e soprattutto occorre affrontare nodi come l’elevato costo dell’energia, ma anche i rischi legati agli accordi di libero scambio. Coldiretti – ha ribadito Prandini – è fortemente europeista e favorevole all’internazionalizzazione, ma la competizione deve essere ad armi pari. Bene il libero scambio ma a condizione che negli accordi sia  precisato l’obbligo della reciprocità.

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