Consumi in calo nei distributori automatici (-4,6%)
Nei primi sette mesi dell’anno, il settore della distribuzione automatica ha registrato un sensibile calo delle consumazioni (-4,6%). E’ la fotografia scattata da Confida, associazione italiana distribuzione automatica che tra le ragioni evidenzia il cambiamento nelle abitudini di consumo. Per il 79% degli italiani, tuttavia, le vending machine rappresentano un’alternativa comoda e veloce per il consumo di bevande e alimenti, offrono un’esperienza di uso semplice e immediata (79%); rappresentano un momento di evasione dalla routine (74%) e il 64% dei consumatori lo considera anche un settore innovativo secondo una ricerca Ipsos per Confida. In un momento in cui cresce il consumo e la preoccupazione per gli alimenti ultra-formulati, Coldiretti si è impegnata attraverso il Manifesto sull’educazione alimentare, in cui tra le proposte chiave c’è anche lo stop al junk food nei distributori automatici delle scuole. L’INDAGINE SU FOOD AND BEVERAGE ITALIANO Un comparto che genera un valore di 107 miliardi di euro, raccoglie più di 727 mila aziende e costituisce l’essenza del Made in Italy sono i nuovi dati Agrodipab–Cribis sulla situazione del comparto Food & Beverage italiano. L’analisi mostra che la filiera F&B italiana, in tutte le sue fasi – dall’industria al commercio all’ingrosso e distributori, dal commercio al dettaglio alla GDO fino all’Horeca – comprende oltre 727.000 aziende. La maggioranza delle attività si trova nell’Horeca (63%) e nel Sud Italia e Isole (40%), mentre il Nord-Ovest raccoglie il 22% del totale. Nel biennio 2023–2024 si registra una leggera contrazione del fatturato complessivo e una crescita moderata delle nuove aziende, sostenuta principalmente dal canale Horeca (+9,7%). Il settore si distingue tuttavia per una maggiore inclusività rispetto alla media italiana, con percentuali di imprenditorialità femminile pari al 26,5%, giovanile al 23% e straniera al 12,7%. L’indagine evidenzia un grado di rischiosità elevato, specialmente nell’Horeca, dove solo il 25% delle aziende si posiziona nella fascia di rischio basso o inferiore alla media. Il bilancio tra aperture e chiusure rimane positivo, ma le aziende con meno di 15 anni di attività risultano più fragili e soggette a instabilità nei flussi di cassa. Persistono inoltre marcate differenze nella regolarità dei pagamenti: le industrie alimentari (31,4%) e il commercio all’ingrosso/dettaglio (27,5%) sono i più affidabili, mentre Horeca (6,7%) e GDO/DO (5,5%) registrano le percentuali più elevate di ritardi oltre 90 giorni, con picchi nel comparto ristorazione e catering (7,6%). A livello internazionale, l’Italia si posiziona all’ultimo posto in Europa per pagamenti puntuali nel settore bar e ristoranti, con -26% delle transazioni saldate alla scadenza. |
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