il Punto Coldiretti

Ismea, tendenze e dinamiche recenti della carne suina

La produzione UE di carne suina è in lieve crescita nei primi sei mesi del 2025 (+1,6% rispetto a gennaio-giugno 2024), grazie al progressivo rientro dell’emergenza PSA (Peste suina africana) e al recupero dell’offerta in alcuni dei principali paesi produttori (Spagna +5,1%, Germania +0,8%, Polonia +4,5%).

Dopo la sostanziale stabilità dello scorso anno, le esportazioni UE di prodotti suinicoli hanno ricominciato a crescere (+1,6% in volume nel primo semestre 2025), soprattutto grazie alla ripresa dei flussi diretti in Cina (+3,9% nel periodo gennaio-giugno 2025).

La tensione sui prezzi degli animali vivi è attenuata rispetto allo scorso anno, registrando nei primi sei mesi del 2025 un -8,1% nei listini dei suini da macello e un -11,2% su quelli dei suinetti.

In Italia, l’offerta di capi avviati al macello nella prima metà del 2025 è risultata leggermente inferiore allo scorso anno (-0,5%), in parte per il persistere di problematiche sanitarie e in parte per l’aumento dei costi dei mangimi.

Dopo il rientro delle quotazioni dei principali cereali destinati all’alimentazione del bestiame, nei primi sei mesi del 2025, si è infatti registrata una nuova spinta al rialzo, soprattutto per il mais (+14% nel periodo gennaio-giugno) e l’orzo (+26%). In calo, invece, i prezzi dei ristalli (-10,8% per i suinetti di 30 kg).

La minore offerta di capi sta contribuendo a una progressiva risalita dei prezzi dei capi, che per i suini 160-176 kg nel circuito tutelato sono arrivati allo stesso livello di un anno fa (1,90 euro/kg peso vivo a giugno 2025).

Nella fase all’ingrosso, i prezzi delle cosce fresche destinate al circuito tutelato (produzione di salumi tipici) risultano mediamente in calo rispetto allo scorso anno (-3,7% nel periodo gennaiogiugno 2025) e una dinamica anche più accentuata si registra per i tagli destinati al consumo fresco (-9,2% per il lombo taglio Padova), influenzati sia dalla contrazione dei prezzi delle carni di importazione sia da una domanda domestica piuttosto debole.

Nel 2024 il settore suinicolo ha registrato un nuovo record, con un fatturato all’estero che ha superato i 2,5 miliardi di euro (+7,9% rispetto al 2023), a fronte di una crescita anche dei volumi di carni e preparazioni che hanno varcato i confini nazionali (+5%). A trainare le esportazioni sono stati soprattutto i prosciutti disossati (+7,9% in volume e +8,5% in valore rispetto al 2023) e salami e salsicce (+14% in volume e +11,2% in valore); risultati soddisfacenti anche per mortadella e prosciutti cotti (rispettivamente +15% e +8% in valore).

Tra le prime cinque destinazioni per i salumi italiani, Francia e Stati Uniti sono stati i due mercati più dinamici del 2024 con una crescita a due cifre in termini di valore (rispettivamente +14,5% e +20%); meno vivace la domanda tedesca, che si conferma tuttavia la prima destinazione per il segmento degli insaccati.

Il 2025 vede una conferma dei salumi italiani sui mercati esteri con un ulteriore aumento del fatturato (+5,7% in valore nei primi sei mesi), ma sul fronte dei volumi si segnala una battuta d’arresto (-0,6%) – soprattutto per i prosciutti disossati – in parte a causa del persistere di barriere sanitarie in alcuni mercati strategici (come il Giappone) in parte a causa della politica protezionistica statunitense.

Per quanto riguarda le importazioni, nei primi sei mesi si è registrato un calo degli acquisti sia di cosce fresche destinate all’industria dei prosciutti (-1,4% in volume) sia di suini vivi (-5%). Nei primi sei mesi del 2025, grazie alla maggiore convenienza si è registrato un recupero degli acquisti da parte delle famiglie italiane di carni suine fresche (+3,7% in volume).

In aumento anche i consumi di salumi (+3,1% in volume), con una crescita generalizzata che ha interessato tutte le principali categorie, sebbene meno accentuata per i prodotti di fascia alta.

Con la recente autorizzazione da parte della Commissione Europea alla rimozione delle restrizioni per la PSA negli allevamenti suinicoli presenti nelle province lombarde di Lodi e Pavia e in quelle piemontesi di Novara e Alessandria, gli operatori della filiera suinicola nazionale ritrovano prospettive positive.

Tuttavia, alcune criticità persistono a livello globale, soprattutto con riferimento alla chiusura per motivi sanitari dei mercati asiatici per i prosciutti stagionati e all’introduzione dei dazi USA che continua a rappresentare la prima destinazione extra-UE dei salumi italiani.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi