Invasione di pomodoro cinese, +43% in un anno
Sono aumentate del 43% le importazioni di concentrato di pomodoro dalla Cina che hanno raggiunto circa 100 milioni di chili nel 2016, pari a circa il 20 per cento della produzione nazionale in pomodoro fresco equivalente. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti in occasione della divulgazione dei dati Istat relativi al commercio estero da Paesi extracomunitari a gennaio 2017 che fa registrare un balzo record del 22,3% delle importazioni, superiore a quello delle esportazioni (+19,7%). C’è il rischio concreto che il concentrato di pomodoro cinese venga spacciato come Made in Italy sui mercati nazionali ed esteri per la mancanza dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza. Dalla Cina si sta assistendo ad un crescendo di navi che sbarcano fusti di oltre 200 chili di peso con concentrato di pomodoro da rilavorare e confezionare come italiano poiché nei contenitori al dettaglio è obbligatorio indicare solo il luogo di confezionamento, ma non quello di coltivazione del pomodoro, sulla base di proiezioni sui dati Istat relativi ai primi undici mesi del 2016. Un commercio che va reso trasparente con l’obbligo ad indicare in etichetta l’origine degli alimenti che attualmente vale in Italia solo per la passata di pomodoro ma non per il concentrato o per i sughi pronti. A rischio c’è uno dei settori simbolo del Made in Italy nel mondo a causa della concorrenza sleale del prodotto importato ma anche la sicurezza alimentare. La Cina ha conquistato il primato nel numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari perché contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge, da parte dell’Unione Europea, secondo una elaborazione della Coldiretti sulla base della Relazione sul sistema di allerta per gli alimenti relativa al 2015. Su un totale di 2967 allarmi per irregolarità segnalate in Europa, ben 386 (15 per cento) – precisa la Coldiretti – hanno riguardato il gigante asiatico. Tempi di contrattazione che sono già largamente disattesi, sia al nord che al centro-sud, dove non è ancora stato raggiunto un accordo che definisca le condizioni per la campagna 2017. Questo ritardo rende impossibile qualunque pretesa di programmazione delle produzioni e mette le imprese agricole nella condizione di dover operare le proprie scelte colturali senza alcuna certezza, a fronte delle assurde richieste di parte industriale di ridurre il prezzo e le superfici coltivate, mentre, come visto, aumentano le importazioni di concentrato di pomodoro.
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