il Punto Coldiretti

Vino, allo studio nuovi codici di nomenclatura combinata per tracciare gli scambi di “bag in box”

La Commissione Ue ha avviato i lavori per la modifica dei codici di nomenclatura combinata del settore vitivinicolo (NC 2204) al fine di ottenere un maggiore dettaglio all’interno dell’attuale capitolo dei vini sfusi e tracciare i crescenti scambi di vini confezionati in “bag in box”. Come noto tutti i flussi commerciali sono accompagnati da documentazioni doganali che classificano ogni prodotto con il rispettivo codice di nomenclatura combinata. Il capito che riguarda il settore vitivinicolo è quello identificato con “NC 2204”.

A seguito di una richiesta dell’organizzazione mondiale delle dogane e dell’Oiv, finalizzata a monitorare in modo adeguato i movimenti di vino sfuso e in particolare a evidenziare quelli confezionati in Bag in box, la Commissione Europea (Dg Taxud) ha avviato i lavori predisponendo una proposta e sottoponendola alla attenzione della Dg Agri. Quest’ultima ha ipotizzato  ulteriori modifiche per apportare delle semplificazione all’attuale sistema di classificazione dei prodotti vitivinicoli all’interno del capito.  In particolare la proposta è di eliminare dai codici NC il livello 5 relativo alle linee nazionali per i vini a Do. Per l’Italia questo comporterebbe l’eliminazione dei sub codici che identificano le esportazioni dei vini Dop del Lazio, Piemonte, Toscana, Veneto, Trentino e Alto Adige.

Le motivazioni addotte dalla Commissione Ue, secondo cui avere un maggior dettaglio dei codici non incrementa la competitività del settore e in ogni caso determina una disparità di trattamento tra i territori o denominazioni che hanno un proprio sub codice e quelli che non lo hanno, appaiono poco condivisibili. È innegabile infatti che un settore come quello vitivinicolo, fortemente legato all’origine e alle esportazioni ha necessità di avere informazioni sempre più dettagliate in merito ai flussi commerciali e questo anche al fine di prevenire eventuali fenomeni fraudolenti.

A seguito di un primo confronto sul dossier alcune delegazioni tra cui quella italiana, ma anche quella francese e spagnola hanno già sollevato delle prime osservazioni, manifestando chiaramente la propria contrarietà alla richiesta di “semplificazione” della DG AGRI e hanno sollecitato non solo il mantenimento dei codici attuali ma anche una estensione degli stessi con ulteriori codici per migliorare l’utilizzo della NC al fine di monitorare meglio i flussi commerciali più significativi in valore e volume. 

E auspicabile che sia il Mipaaf che l’Agenzia delle Dogane, quest’ultima partecipa con un proprio delegato al Comitato Nomenclatura Combinata che dovrà valutare le richieste di modifica, sostengano l’opportunità di inserire i codici per i prodotti confezionati in “bag in box” i cui scambi sono in sensibile incremento negli ultimi anni, ma anche la necessità di rivedere il livello 5. E non nella direzione proposta dalla DG Agri, bensì con l’obbiettivo di estendere quelli esistenti creando nuovi sub codici al fine di tracciare adeguatamente talune produzioni che per volume e valore hanno scambi significativi.  Alcuni esempi già evidenziati sono le Do Prosecco e la Doc Sicilia  per i quali la presenza di codici specifici costituirebbe un prezioso strumento di analisi dei mercati e delle loro evoluzioni.

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