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Expo, Caselli (Osservatorio): “Bene Renzi su corruzione ma attenti ai contenuti”

Le notizie su fatti illegali commessi nell’ambito della progettazione di Expo 2015 (notizie riferibili anche a soggetti apicali della stessa struttura di comando, nonché a personaggi già noti a precedenti cronache giudiziarie), gettano ombre pesanti sul più importante evento che la comunità internazionale ha voluto affidare all’Italia. Lo ha detto il Procuratore Gian Carlo Caselli, Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare” promosso dalla Coldiretti.

A meno di 12 mesi dall’apertura, l’ennesimo capitolo di quella che purtroppo appare come la più peculiare e socialmente pericolosa fra le ‘rendite italiane’ – quella da malaffare e illegalità – rischia (se non di pregiudicare l’effettuazione di Expo, come alcuni temono) di comprometterne irreversibilmente l’immagine: una dimensione immateriale delicatissima, rispetto alla quale – sottolinea Caselli – occorre intervenire subito, non essendo neppure ipotizzabili recuperi in extremis.

Bene ha fatto quindi il Presidente del Consiglio ad affiancare ai vertici di Expo la figura del Presidente dell’ Autorità Nazionale Anti-Corruzione, per un costante monitoraggio dei lavori. E tuttavia, proprio per contrastare rovinosi danni di ‘immagine’ dell’involucro Expo, è ancora più necessario che i suoi contenuti rinviino con immediatezza alle forze che possiedono in sè caratteri effettivamente rigenerativi e suscettibili di trasmettere idee forti di trasparenza, laboriosità, creatività e autenticità italiane, secondo il Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione promossa dalla Coldiretti. Alla positiva azione della Presidenza del Consiglio è necessario che si ispiri – sostiene Caselli – anche quella del Ministero per le Politiche Agricole, con un rigoroso e coerente progetto di “setaccio” rispetto alle zone grigie del mondo produttivo italiano e di premio dei soggetti trasparenti.

Bisogna valorizzare e sostenere chi pone l’etica ‘dentro’ i propri processi produttivi e non vi fa riferimento in termini di comodo make-up basato sul marketing. In questa fase è nostra convinzione che – sottolinea Caselli – Expo possa venire salvata solo con il contributo delle forze per le quali è nata: l’agricoltura italiana distintiva e di qualità; coloro che effettivamente di agricoltura vivono – e non chi la utilizza in termini di rendita – ; coloro che non si fanno sedurre da logiche di delocalizzazione fondate sull’acquisto a prezzi stracciati di materia prima estera che abilmente viene trasformata in Made in Italy.
 
Troppo spesso, nelle fasi di controllo, l’Autorità di Polizia Giudiziaria segnala frodi e irregolarità nel settore dei formaggi e dei salumi, della pasta e dell’ortofrutta, ma la ragione è sempre la stessa: quella relativa all’evocazione dell’origine italiana di prodotti sostituiti con ingredienti di diversa provenienza e di qualità scadente come denunciato dalla Coldiretti. Il deficit di etica si frena con l’operato della Magistratura sul versante delle illegalità commesse, ma si compensa solo – conclude Caselli – con una maggiore etica che sia espressa dalla società, da chi produce e dal cuore sano della comunità.

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