Allevamenti di conigli, le speculazioni fanno crollare i prezzi
Nonostante consumi pressoché invariati, i prezzi pagati agli allevatori di conigli sono crollati al punto che nelle loro tasche finisce appena il 10 per cento del prezzo pagato dai consumatori per le carni. A denunciarlo è la Coldiretti, sulla base degli ultimi dati della Cun di Verona – Commissione Unica Nazionale. Dopo aver raggiunto la quotazione massima di 2,41 euro/chilogrammo a dicembre scorso, il prezzo ha iniziato una forte discesa, sino ad arrivare a inizio marzo addirittura a 1,57 euro/chilogrammo con un crollo dei listini del 35%, per poi via via risalire agli attuali 1,89 euro/chilogrammo. L’insediamento della Commissione, che vede al suo interno rappresentanti dalla due categorie professionali degli allevatori e dei macellatori, era stato visto da Coldiretti e da tutto il comparto cunicolo come un importante strumento per arrivare ad avere un mercato unico nazionale, oltre a monitorare, tutelare e rendere trasparente la compravendita dei conigli vivi da carne da allevamento. E invece le quotazioni sono ferme su livelli di 5-6 anni fa, mentre i costi a carico dell’imprenditore agricolo sono praticamente raddoppiati. A tutto ciò si aggiunge la mancanza di una normativa comunitaria che preveda l’obbligo di etichettatura delle carni cunicole e che potrebbe garantire una maggiore trasparenza al mercato, caratterizzato oggi da massicce importazioni, e la possibilità, per il consumatore, di sapere cosa acquista e porta in tavola. Una condizione che favorisce speculazioni e strumentalizzazioni, che hanno portato i valori medi della carne al di sotto della media delle principali piazze europee. |
Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.