il Punto Coldiretti

Calano le importazioni di olio d’oliva, è record per l’export

Calano le importazioni di olio d’oliva dall’estero nel 2012, con una diminuzione complessiva del 4,2 per cento, ma che nel mese di dicembre ha fatto addirittura registrare un crollo del 20 per cento, in concomitanza con l’iter che ha portato all’approvazione della legge salva-olio made in Italy. La stessa normativa che, dopo la sua entrata in vigore, ha fatto salire del 30 per cento i prezzi all’origine dell’extravergine italiano.

E’ questo uno degli aspetti  più interessanti contenuti nel report sul commercio con l’estero, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat e Ismea. Per il secondo anno consecutivo il saldo in valore della bilancia commerciale italiana degli oli di oliva e sansa assume un segno positivo. Gli scambi con l’estero del 2012 si sono chiusi infatti con un surplus di 114 milioni di euro, dovuto a un minor esborso per le importazioni (-4,5 per cento) accompagnato da un incremento del 2,5 per cento del fatturato legato all’export. L’Italia, in particolare, ha acquistato olio dall’estero per circa 1,1 miliardi di euro a fronte di introiti che hanno superato 1,2 miliardi.

Se si analizza, invece, il dato relativo alle quantità, gli arrivi di prodotto dall’estero continuano a superare le vendite, ma la forbice si sta accorciando sempre più, tanto che il disavanzo si è ridotto nel giro di un solo anno del 18 per cento, rispetto al 2011.

Le 416 mila tonnellate spedite oltre frontiera segnano in ogni caso il nuovo record nazionale, facendo registrare una progressione del 3,5 per cento sul base annua. Tra i paesi clienti, buona la performance negli Usa, con 133 mila tonnellate di olio esportate (+5,3 per cento  in quantità e +4 per cento in valore), e in Germania, secondo paese acquirente, dove le spedizioni hanno raggiunto le 48 mila tonnellate con un aumento del 6,6 per cento nei volume e del 3,2 per cento nei corrispettivi monetari.

In Giappone il balzo in avanti è addirittura del 24 per cento per le quantità e del 20 per cento per gli introiti, mentre tra i nuovi consumatori Cina e Russia fanno registrare un incremento dell’export di circa il 18 per cento sia in volume che in valore. 

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