il Punto Coldiretti

Nocciole, produzione mondiale in ripresa ma lontana dai livelli record

Per la produzione mondiale delle nocciole si prevede una sostanziale ripresa, legata alle quantità di prodotto proveniente dalla Turchia, paese che copre mediamente ben oltre il 70% del fabbisogno mondiale, influenzando fortemente l’andamento del mercato del settore. Questo il dato che emerge dal meeting annuale tra Unione Europea e Turchia, svoltosi a Bruxelles, a cui come di consueto ha partecipato anche Coldiretti.

L’incontro è tradizionalmente un momento di confronto tra le delegazioni dell’Ue e della Turchia, interessante per valutare la situazione di mercato delle due aree di maggiore produzione mondiale di nocciole, per analizzare i reciproci meccanismi di sostegno e per il confronto, a volte anche aspro, sulle problematiche del settore.

Il raccolto turco è stimato in crescita attorno alle 660.000 tonnellate, dopo la forte contrazione a 430.000 tonnellate del 2011, ma rimane in ogni caso ben lontano dai livelli produttivi record raggiunti nel 2008 con 860.000 tonnellate. Migliore sarebbe anche la situazione degli stock di magazzino delle annate precedenti, fortemente ridotti rispetto allo scorso anno. Negli altri paesi sono attese delle contrazioni, anche forti, determinate soprattutto dall’andamento climatico freddo in epoca di fioritura e siccitoso durante la stagione di maturazione.

Per l’Italia, il secondo produttore mondiale di settore, dopo le 128.000 tonnellate del 2011 (dato che ha rilanciato la produzione nazionale oltre la soglia delle 100.000 tonnellate), è attesa una contrazione del 30% circa, con una buona qualità del prodotto. In calo sono previste anche le produzioni di Usa e Spagna. La produzione mondiale si attesterebbe ad un livello inferiore alla soglia delle 900.000 tonnellate, un livello ancora in equilibrio con i consumi mondiali, stimati dalla Turchia in crescita nel 2012 a 465.000 tonnellate di prodotto sgusciato.

Particolarmente animato è risultato lo scambio di vedute tra le due delegazioni sulle rispettive politiche di sostegno al settore, sintomo evidente del timore di politiche distorsive del mercato. Se è chiara la situazione delle nocciole in ambito comunitario, con il sostegno disaccoppiato a partire dal 2012, non altrettanto chiarao è l’effetto delle politiche turche, con particolare riferimento alle misure di espianto delle superfici non vocate. La Turchia ha, in sostanza, identificato le aree vocate, attivando dei programmi di espianto delle superfici classificate come non vocate.

Tali superfici, che dovrebbero avere una estensione di circa 200-240.000 ettari, si erano ridotte di solo 354 ettari nel corso della prima campagna di espianto, mentre per le due campagne successive non sono stati forniti dati. Lascia perplessi il dato delle superfici totali dichiarate dalla Turchia: 696.964 ettari nel 2011 dichiarate nell’incontro di quest’anno contro i 688.000 ettari del 2010, in contraddizione con le dichiarazione di attuazione di politiche di espianto.

La discussione si è poi spostata sul tema controlli e aflatossine. La delegazione turca ha dato atto all’Unione europea di aver ridotto dal 10 al 5% la percentuale dei controlli sul prodotto in ingresso, visto il miglioramento della situazione sanitaria del loro prodotto, come dimostra la riduzione delle notifiche del sistema di allarme rapido Ue (Rasff), grazie anche dall’innalzamento dei limiti ammissibili avvenuto nel 2010. La Turchia ha anche avanzato la richiesta di ridurre le tempistiche relative alla permanenza in dogana ed alleggerire ulteriormente i controlli comunitari.

L’Unione ha annunciato che in ogni caso ad ottobre ci sarà una missione della Direzione generale della sanità dell’Ue in Turchia, per verificare la situazione della produzione e delle strutture di stoccaggio. Da più parti sono stati infatti espressi timori per la crescita della produzione turca 2012 che non consentirebbe, come invece avvenuto nel 2011, uno stoccaggio adeguato della grande quantità di nocciole attesa.

Coldiretti ha infine evidenziato alla delegazione turca, ma anche alla Commissione Europea, come sia utopistico parlare di libero mercato tra Ue e Turchia, quando le condizione di produzione tra i due leader mondiali della nocciola sono assolutamente diverse, per regole ambientali, fitofarmaci utilizzabili, normativa sul lavoro. In sostanza è emerso un quadro improntato alla crescita della produzione, ma non così forte come si poteva temere. E’ importante che i singoli operatori e le strutture organizzate italiane non svendano il prodotto nazionale, vista la riduzione del raccolto e la buona qualità del raccolto stesso.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi