Marini: “La manovra così non va, serve un confronto vero”
“E’ il senso di responsabilità e il bene che vogliamo a questo Paese che ci ha portato a non manifestare in piazza di fronte alle iniquità che questa manovra riserva al settore agricolo”. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini in riferimento al decreto Salva-Italia in discussione alle Camere. “L’emendamento che prevede la differenziazione sostanziale del trattamento fiscale di chi il terreno lo usa per vivere e lavorare rappresenta un primo segnale che – ha sottolineato Marini – dovrà però essere esteso come principio e rafforzato nei numeri. E’ evidente che finita “l’emergenza manovra” dovremmo aprire un serrato confronto con il Parlamento e il Governo per riaffermare il ruolo strategico di un settore determinante dell’economia reale, una leva competitiva formidabile per il Made in Italy nel mondo. Ruolo che evidentemente a troppi ancora sfugge”. “E per questo abbiamo consegnato al presidente del Consiglio Mario Monti e al Governo alcune nostre proposte, per una filiera agricola più trasparente, più competitiva, più rispettosa di tutti. Queste nostre proposte – ha concluso Marini – non possono trovare né l’alibi del poco tempo a disposizione né quello della variazione dei saldi di bilancio in quanto rappresenterebbero emendamenti immediatamente applicabili e a costo zero. Dobbiamo convincerci tutti che equità e crescita sostenibile sono i nuovi beni comuni ai quali il nostro Paese non può derogare in ogni caso ma soprattutto nel settore agricolo, strategico per il Made in Italy”. Per l’agricoltura il decreto legge prevede, per il calcolo dell’imposta municipale propria (ex Ici) che per i terreni agricoli il valore dell’immobile è costituito da quello ottenuto applicando all’ammontare del reddito dominicale risultante in catasto, rivalutato del 25 per cento, un moltiplicatore pari a 120 (portato con emendamento a 110 per Iap e coltivatori diretti). E’ introdotta inoltre una aliquota dello 0,2 per cento di base dell’imposta per i fabbricati rurali ad uso strumentale e addirittura dello 0,4 per cento per le prime abitazioni rurali dei coltivatori diretti che come noto hanno vincoli oggettivi e soggettivi molto diversi dalle altre abitazioni. Il decreto dispone ulteriori oneri per le imprese con la rideterminazione delle aliquote contributive di coltivatori diretti, mezzadri e coloni. La manovra contiene anche norme che modificano quelle contenute nella legge di stabilità sull’alienazione dei terreni agricoli e l’ulteriore stanziamento a favore dell’Agea, che sarà, per l’anno 2012, di 40 milioni di euro. |
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