il Punto Coldiretti

Ok del Parlamento alla vendita agli agricoltori dei terreni statali

Ok definitivo del Parlamento alla proposta della Coldiretti di vendere agli agricoltori i terreni agricoli di proprietà pubblica. L’idea che la più grande organizzazione agricola d’Europa aveva lanciato nel corso del Forum di Cernobbio è rientrata nel maxiemendamento al Decreto Sviluppo varato dalle Camere.

Il provvedimento prevede che “entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge di stabilità, il Ministero delle Politiche agricole, con uno o più decreti di natura non regolamentare da adottare d’intesa con il Ministero dell’Economia, individui i terreni a vocazione agricola, non utilizzabili per altre finalità istituzionali, di proprietà dello Stato”, “nonché di proprietà degli enti pubblici nazionali, da alienare a cura dell’Agenzia del Demanio”.

La vendita avverrà “mediante trattativa privata per gli immobili di valore inferiore a 400 mila euro e mediante asta pubblica per quelli di valore pari o superiore a 400 mila euro”. Al fine di favorire lo sviluppo dell’imprenditorialità agricola giovanile è riconosciuto il diritto di prelazione ai giovani imprenditori agricoli, così come definiti ai sensi del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 185, e successive modificazioni.

Le Regioni, le Province, i Comuni possono vendere “i beni di loro proprietà aventi destinazione agricola” conferendo mandato irrevocabile all’Agenzia del Demanio che “provvede al versamento agli Enti territoriali già proprietari dei proventi derivanti dalla vendita al netto dei costi sostenuti e documentati”.

“C’è voluta la più grande crisi dal dopoguerra per chiudere finalmente anche in Italia l’epoca dello Stato contadino che ha sottratto terre fertili agli agricoltori che sono certo in grado di valorizzarli creando ricchezza e nuova occupazione a sostegno della crescita di cui il Paese ha oggi straordinariamente bisogno – ha commentato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini -. La cessione di questi terreni toglie allo Stato il compito improprio di coltivare la terra, rende disponibili risorse per lo sviluppo ma soprattutto ha il vantaggio di calmierare il prezzo dei terreni, stimolare la crescita, l’occupazione e la redditività delle imprese agricole che rappresentano una leva competitiva determinante per la crescita del Paese”.

Tra i trecentotrentottomila ettari di terreni agricoli coltivabili, per un valore di 6,2 miliardi di euro, la maggior disponibilità di ha in Piemonte, con oltre 56mila ettari. Seguono il Lazio con 41mila ettari, Trento e Bolzano rispettivamente con 31mila e 24mila ettari, la Basilicata con 24mila ettari e la Lombardia con 23mila ma rilevanti proprietà ci sono anche in Campania (17mila ettari) e in Veneto (15mila).

 

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