il Punto Coldiretti

Rose, il fiore preferito degli italiani è sempre più straniero

Più della metà degli italiani acquista prodotti florovivaistici; quelli che riscuotono il maggior successo sono i fiori recisi, con la palma del primato alle rose, in assoluto il fiore preferito. Ma negli ultimi 10 anni sono cambiati gli scenari e il mercato è sempre più coperto da prodotti di importazione: dal 2000 al 2009 sono raddoppiate le importazioni di rose dall’estero, mentre si sono ridotte di due terzi le nostre esportazioni. Tutto questo in assenza di una normativa sull’etichettatura che informi il consumatore della provenienza dei fiori che acquista.

Le rose che incontrano maggiormente i gusti degli italiani sono quelle a fiore rosso, soprattutto per San Valentino, mentre per la festa della mamma vanno bene anche altre colorazioni più chiare dal giallo al bianco. Quattro sono i periodi di punta del mercato delle rose: San Valentino e Natale, maggio e settembre; a sostenere la domanda “post-ricorrenze” è il canale delle cerimonie. La maggior parte delle rose importate nel nostro Paese provengono dall’Olanda, che in buona parte redistribuisce produzioni extracomunitarie, e direttamente dall’ Ecuador.

Il settore florovivaistico è uno dei settori di punta del made in Italy, che contribuisce per circa il 6% del totale alla produzione agricola nazionale e fa registrare un saldo attivo nella bilancia import/export pari ad oltre 100 milioni di euro. Le aziende florovivaistiche ammontano a circa 20.500 unità, con una superficie coltivata (tra coperta e scoperta) di oltre 36.000 ettari; si tratta di meno dell’1% della superficie agricola italiana complessiva, ma genera un valore che supera i 3 miliardi di euro.

Gli addetti al settore florovivaistico sono oltre 120.000, di cui poco meno del 60% sono i titolari delle aziende e i loro familiari impiegati nell’attività, poco più del 40% sono invece dipendenti a tempo indeterminato e determinato. Complessivamente il settore alimenta anche un fortissimo indotto, collegato alla produzione di fattori di produzione, macchine, strutture, distribuzione, logistica, pubblicità, progettazione ed altro, difficile da quantificare, ma di notevole peso economico ed occupazionale.

Una parte di questo settore, quella che produce in serre riscaldate, è stata messa in grossa difficoltà  a partire dal novembre 2009, quando una decisione della Agenzia delle Dogane – interpretando in maniera errata il contenzioso in essere con l’Unione europea sulle agevolazioni per il gasolio da riscaldamento – ha sospeso l’agevolazione ad accisa zero per le serre, determinando di fatto una perdita di competitività per le imprese italiane.

Questa decisione ha determinato per le imprese un aumento del 22% del costo del riscaldamento. È necessario quindi al più presto il ripristino dell’agevolazione soppressa, nella misura massima compatibile con la normativa comunitaria (21€/1.000 litri è l’accisa minima applicabile senza incorrere in un’infrazione comunitaria).

 

Rose fresche recise

Import (kg)

Export (kg)

2000

6.675.797

717.225

2009

12.365.223

217.799

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