il Punto Coldiretti

Copa-Cogeca: “La Pac per il riso non si tocca”

Nonostante la coltivazione del riso nell’Unione europea rappresenti solamente lo 0,4% della produzione agricola totale, la risicoltura ha rivestito e riveste un ruolo determinante nel panorama agroalimentare comunitario, con l’Italia in primo piano sia in termini di rappresentatività produttiva (240mila ettari seminati su 465mila coltivati in Europa) che in termini imprenditoriali (oltre 4.500 aziende produttive).

La coltivazione del riso è stata riconosciuta fondamentale per la conservazione dell’ambiente, in particolare nella salvaguardia della biodiversità, delle risorse idriche e alla subsidenza. Per tutte queste ragioni, la Politica agricola comune (Pac) fino ad oggi ha regolato l’equilibrio economico finanziario del settore, consolidando contestualmente il tessuto imprenditoriale agricolo europeo, anche attraverso l’istituzione di un sostegno specifico per stabilizzare la coltivazione a fini ambientali.

Nell’ambito del percorso di rinnovo della Pac post 2013, il Comitato delle organizzazioni professionali agricole dell’Unione europea (Copa) e il Comitato generale della cooperazione agricola dell’Unione europea (Cogeca) hanno pubblicato una nota sul futuro del settore del riso. Nel documento, che analizza le sfide all’orizzonte per la risicoltura nell’Ue e illustra alcune proposte specifiche per la Pac dopo il 2013, vengono recepite in toto le istanze che Coldiretti ha indicato come fondamentali per la tenuta del settore.

In particolare, è stata evidenziata l’importanza di confermare anche per il futuro l’intero pacchetto di risorse comunitarie che attualmente sono destinate al settore, vista la tendenza al calo dei redditi registrata dai risicoltori negli ultimi 15 anni. Una maggiore attenzione e tutela deve essere data all’impresa produttiva, considerato l’alto livello di specializzazione raggiunto insieme al ruolo economico, ambientale, sociale e culturale che il riso riveste in talune aree del Paese.

Secondo il documento Copa-Cogeca, va istituita una forma di sostegno finalizzata a preservare l’integrità territoriale, ambientale e il mantenimento del sistema irriguo e va introdotto un sistema di stabilizzazione del reddito agricolo e dei prezzi di mercato, anche attraverso un fondo rischi cui attingere in caso di calamità naturali (siccità o alluvioni) sempre più spesso frequenti sul territorio italiano.

Per favorire una maggior fluidità dell’offerta attraverso l’immissione graduale del prodotto sul mercato, è ritenuto necessario un sostegno allo stoccaggio presso le strutture dei risicoltori e delle loro cooperative, che contribuirà alla stabilizzazione dei prezzi durante l’intera campagna. Mentre per aumentare la redditività degli agricoltori vanno sviluppate, attraverso specifici strumenti di sostegno, filiere corte territoriali trasparenti ed efficienti.

Una speciale attenzione deve essere infine dedicata ai controlli doganali, per proteggere i consumatori dell’Ue da possibili frodi o da importazioni non sempre trasparenti. Il consumo di riso all’interno degli Stati membri è complessivamente in aumento a fronte di un’importazione del 35% del prodotto dall’estero; per questo è ritenuto necessario prevedere l’indicazione obbligatoria in etichetta del Paese di origine del riso, in modo che sia possibile individuare e valorizzare le produzioni locali.

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