il Punto Coldiretti

Pomodoro, se il prezzo è cinese nei campi e italiano al dettaglio

La campagna 2010 del pomodoro si sta faticosamente concludendo, con gravi danni per i produttori, soprattutto del centro-sud, che hanno subito forti penalizzazioni da parte di alcuni industriali che, giocando sulla deperibilità del prodotto maturo, facendo il giochino dell’elastico sull’invio dei mezzi di trasporto, spesso ritardato ad arte come forma occulta di convincimento, sono riusciti ad abbassare oltre misura il prezzo del pomodoro che era stato definito nei contratti.

Dobbiamo dire, in verità, che già il prezzo definito nei contratti lasciava a desiderare, non solo per quanto riguarda i circa 70€/t per il pomodoro tondo e i circa 80€/t per il lungo, ma soprattutto per i 50€/t per la destinazione a concentrato, aspetto contrattuale caratterizzante i contratti stipulati al centro-sud.

E così, in alcuni casi, si sono registrati prezzi inferiori anche a quelli pagati in Cina. Si sono viste bollette a 40€/t e pare che ce ne siano anche a 35. Se poi consideriamo che nelle scorse settimane sono cresciute le quotazioni internazionali del concentrato cinese, anche a causa delle ultime previsioni (vedi la tabella sotto) sul raccolto di questo paese, in calo di 5 milioni di quintali rispetto ai dati di giugno, ecco completato il quadro.

La realtà è che le penalità applicate in fase di valutazione del prodotto hanno portato il prezzo del pomodoro coltivato nel meridione ai livelli, e anche meno, del prezzo corrisposto ai produttori cinesi. E troppo spesso la valutazione del prodotto è avvenuta in assenza di un giusto confronto tra le parti, a volte per la latitanza di chi, da contratto, doveva garantire la presenza in stabilimento, nella fattispecie le OP che avevano stipulato i contratti, a volte per l’incapacità o la difficoltà, se presenti,  a fare sentire la propria voce.

Fatto sta che oltre al danno economico causato dalle penalità che si ripercuotono sulle quantità consegnate e sul loro prezzo, vi è anche il rischio che alcune aziende non riescano a raggiungere le rese minime previste (70% della resa storica regionale), altro grazioso regalo voluto dalla parte industriale, problema su cui però si stanno muovendo le regioni.

Dobbiamo, in ogni caso sgombrare il campo dalle voci che i soliti noti stanno già diffondendo: nel 2011 il premio sarà totalmente disaccoppiato e non vi sarà un processo di ricalcolo dei titoli, ma il 50% che era stato trattenuto come budget per i tre anni di regime parzialmente accoppiato, ritornerà completamente nella disponibilità, sottoforma di titoli, di coloro che ne erano risultati assegnatari in qualità di produttori storici.

Non deve assolutamente accadere che informazioni non corrette costringano qualche produttore a credere di essere obbligato anche nel 2011 a coltivare pomodoro, per percepire il premio. Non solo, sarà il caso di verificare attentamente chi, fra OP e industrie, ha agito correttamente e chi, invece, si è comportato in modo non consono agli impegni assunti.

Rimane l’assurda situazione di un mercato a due velocità, dove gli industriali e le cooperative corrette, che pagano i prezzi pattuiti, devono sopportare la concorrenza sleale, non solo di chi trasforma il prodotto cinese in made in Italy, ma anche di chi pretende di produrre in Italia, a prezzi cinesi, per poi andare sullo scaffale con i prezzi italiani.

PREVISIONI PRODUZIONE POMODORO

.000.000 quintali

2007

2008

2009

2010*

2010**

USA

109,5

107

120

111,5

111,5

Cina

46

64

86,5

76,5

71,5

Italia

46

49

57,4

48

48

Spagna

18

17,7

27

19

20

Fonte: World Processing Tomato Council, elaborazione Coldiretti

*Previsione 21 giugno 2010

**Aggiornamento previsione 1°settembre 2010

 

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