Coldiretti: in 10mila manifestano al Sud, impegno del Governo a ridurre il costo del lavoro
"Garantisco che in autunno risolveremo il problema della fiscalizzazione degli oneri sociali o recuperando le risorse per la stabilizzazione dei contributi o trovando almeno la copertura fino a fino anno, a partire dal 30 luglio". Lo ha affermato Antonio Azzollini, presidente della Commissione Bilancio del Senato e relatore della manovra finanziaria, che ha incontrato in Prefettura a Bari il presidente della Coldiretti Sergio Marini a conclusione della manifestazione dove è stato denunciato il rischio della perdita di lavoro di 50.000 posti di lavoro nelle campagne del Mezzogiorno, delle aree svantaggiate e montane per effetto del raddoppio del costo contributivo per i datori di lavoro nel settore agricolo. Nell’esprimere apprezzamento per le considerazioni del sen. Azzollini, il presidente della Coldiretti Marini si è augurato che ”l’impegno assunto trovi concretezza nei fatti, per salvare i 50 mila posti di lavoro che al Sud sarebbero spazzati via da una manovra che al momento non prevede nulla circa l’argomento". A far data dal 1 agosto 2010 per zone agricole montane e per zone agricole svantaggiate scatterà infatti un aumento insostenibile dei contributi a carico del datore di lavoro, con inevitabili ricadute sui livelli occupazionali che nel 2009, nonostante la crisi, in queste aree hanno fatto segnare un importante aumento nel numero delle giornate denunciate per gli operai a tempo indeterminato (+ 963.356 giornate). La mancata proroga colpisce il processo di maggiore trasparenza nei rapporti di lavoro messo in atto gli imprenditori onesti sono spesso esposti al fenomeno della concorrenza sleale di soggetti che sfruttano la manodopera illegale e l’occupazione in nero. Mantenere la stabilità del costo del lavoro rappresenta un elemento necessario per promuovere il buon lavoro e riconoscere un concreto vantaggio competitivo a quelle imprese che hanno reale interesse a permanere nella legalità e nel sistema contrattuale. Peraltro il settore agricolo nazionale già sconta livelli di pressione contributiva ben più alti della media europea e nettamente superiori a quelli vigenti nei paesi primi competitori del settore agricolo (Italia 43% – Grecia 10,00% – Gran Bretagna 12,80% – Spagna 15,50% – Germania 17,70% – Polonia 19,89%). |
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