Allevatori in piazza a Montecitorio: “Ridateci i 2,4 miliardi delle quote latte”
Se gli accertamenti in corso sono così “importanti” da determinare nella manovra la sospensione delle rate delle multe sulle quote latte, allora lo Stato rifaccia per l’ennesima volta i suoi conti, ma visto che venti anni non gli sono ancora bastati, intanto restituisca 2,4 miliardi di euro a tutti gli allevatori che hanno versato multe non dovute e acquistato quote non necessarie calcolate su dati che lo stesso Stato oggi, con tanto di legge, ritiene non ancora certi. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini alla manifestazione a Piazza Montecitorio con migliaia di allevatori e coltivatori provenienti da tutte le Regioni mentre è iniziata la discussione della manovra finanziaria con l’emendamento sulle quote latte. Molti manifestanti sono andati in piazza con i cartelli che raccontano la propria storia personale: “Ho pagato migliaia di euro per mettermi in regola. Se vi siete sbagliati ridatemeli”. Con il vitello “Giusto”, scelto come simbolo della speranza in un futuro di giustizia con la fine della "telenovela" sulle quote latte, hanno partecipato tutte le delegazioni territoriali con gazebo, palloncini e manifesti colorati di giallo, anche se le più numerose vengono dalle principali regioni produttrici di latte: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Umbria, Molise. Abruzzo, Campania e Puglia. Sono queste le somme che la Coldiretti chiede di restituire agli allevatori: “Quote latte: lo Stato deve ancora accertare? Allora ci restituisca i soldi che ci ha fatto pagare”. La questione quote ha monopolizzato il dibattito parlamentare e rischia di fare passare sotto silenzio i veri problemi degli allevamenti da latte che sono il prezzo, le contraffazioni e le importazioni anonime, ma anche le altre situazioni di difficoltà del settore agricolo che – sostiene Marini – ci auguravamo la manovra potesse risolvere. Stabilizzare le aliquote ridotte per i contributi previdenziali versati dagli imprenditori agricoli nelle zone montane e svantaggiate in scadenza il 31 luglio, scongiurare l’insostenibile aumento delle accise del gasolio e garantire risorse al fondo bieticolo saccarifero sono vere e proprie emergenze che devono essere affrontate per evitare che il settore agricolo sia – denuncia Marini – l’unico nel quale si verifica un aumento delle tasse. Molti allevatori si sono messi in regola in questi ultimi anni, 15mila hanno rateizzato con la legge 119 del 2003, per 350 milioni di euro, mentre altri 220 milioni di “multe” sono stati regolarmente pagati in questi ultimi 12 anni. Con l’aumento di quota nazionale previsto dalla legge 33 quest’anno per la prima il nostro Paese non supera la propria quota nazionale e quindi per la prima volta non saranno pagate “multe” all’Unione Europea. Inoltre, con la stessa legge 33 circa 15mila posizioni (tra possessori di quota B, affittuari di quota e altri produttori) sono state sistemate. Restano ad oggi 1300 splafonatori (che hanno prodotto negli anni più della quota assegnata) che non sono in regola e non hanno mai pagato multe ai quali l’emendamento nella manovra consente una ulteriore dilazione di sei mesi nel pagamento. Le motivazioni di questa dilazione sono anche legate, secondo l’emendamento, alla necessità di accertamenti che lo Stato dovrebbe ancora fare sull’effettivo superamento, negli anni passati, da parte dell’Italia della quota assegnata. Ecco perché la Coldiretti dice che se lo Stato si è sbagliato a fare i conti intanto restituisca i soldi a tutti gli allevatori che hanno versato multe non dovute e acquistato quote non necessarie. |
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