La Cina impone un dazio anti-dumping sulla fecola di patate Ue
Alle volte la vita è veramente sorprendente. Ci si alza la mattina e si rimane fulminati, in senso metaforico, da un evento, da una notizia che mai ci saremmo aspettati di leggere. Nell’attuale ciclo economico mondiale, fatto di recessione, crisi, default, con chi ha toccato il fondo, chi vorrebbe dare una mano e chi proprio non ci pensa, ci sono realtà che hanno ripreso a crescere e a marciare con un ritmo impressionante. Il gigante cinese è ripartito alla massima velocità e tutti i giorni ne verifichiamo con mano la forza, visto che ormai tutti i settori della nostra economia ne sono toccati e condizionati. Il gigante produce, il gigante esporta, il gigante acquista, colonizza, investe. Ma che il gigante ricorresse anche ai dazi anti-dumping, questo no, questo proprio non ce lo saremmo aspettato. Si scopre che dal febbraio 2007, con l’apertura di una procedura anti-dumping da parte del Governo cinese nei confronti della fecola di patate di origine comunitaria, viene applicato un dazio anti-dumping del 18% nei confronti di aziende olandesi, tedesche e francesi, dazio che adesso vorrebbero rivedere al rialzo. Sia chiaro, non ci risultano aziende italiane interessate, ma non si può non riflettere sul modo di porsi di quella cinese che è tutto meno che una economia di mercato. E’ forse ora che i filosofi ed i benpensanti dell’economia rivedano le loro valutazioni: è in corso una guerra economica in cui il principale concorrente non si tira indietro nell’utilizzare tutti i mezzi possibili, leciti e meno leciti. |
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