Ogm, Fazio e la Prestigiacomo firmano il decreto di stop
Il mais geneticamente modificato Mon810 non sara’ seminato in Italia. Con le controfirme dei ministri della Salute Ferruccio Fazio e dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo al decreto predisposto dall’ex ministro dell’agricoltura e ora presidente del Veneto Luca Zaia è stata respinta la domanda di coltivare ibridi di mais geneticamente modificati. “Apprezziamo la decisione coerente e tempestiva dei Ministri Fazio e Stefania Prestigiacomo di negare la richiesta di messa in coltura mais transgenico con la controfirma al decreto interministeriale del ministro delle Politiche agricole Luca Zaia – ha commentato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “il decreto nasce dalla decisione di negare l’autorizzazione alla semina del mais geneticamente modificato assunta all’unanimità dalla Commissione per le sementi istituita presso il Ministero delle politiche agricole e della quale fanno parte rappresentanti del Ministero delle Politiche Agricole, dell’Ambiente, della Salute e le regioni italiane tra le piu’ importanti dal punto di vista agricolo”. I crescenti dubbi sul piano sanitario e ambientale nel corso del 2009 hanno peraltro portato anche il governo tedesco a vietare il mais Mon 810 a seguito di nuove acquisizioni circa gli effetti negativi sull’apparato intestinale, sugli organismi del terreno e sulla dispersione del polline, con contaminazioni derivanti dalla impollinazione incrociata tra coltivazioni transgeniche e non. Dopo il divieto posto anche in Germania si sono ridotti a soli sei, su ventisette, i Paesi Europei dove si coltivano organismi geneticamente modificati (ogm) con un drastico crollo del 12 per cento delle semine che ha interessato tutti i paesi interessati (Spagna, Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia), tranne la Polonia che ha mantenuto la stessa superficie coltivata, mentre solo per il Portogallo è aumentata, secondo una analisi della Coldiretti sul rapporto annuale 2009 dell’“International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications” (ISAAA). Il drastico crollo nei terreni seminati con organismi geneticamente modificati in Europa nel 2009 conferma che nel coltivare prodotti transgenici, oltre ai rischi per la salute e per l’ambiente, non c’è neanche convenienza economica. Il fatto che, anche dove è possibile la coltivazione, gli agricoltori riducano le semine è la piu’ concreta dimostrazione che – conclude la Coldiretti – per gli ogm attualmente in commercio non c’è quella miracolosa convenienza economica che le multinazionali e i loro “tifosi” propagandano. |
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