Psr, al Sud occorre aumentare l’efficienza della spesa
I Piani di Sviluppo Rurale 2007-2013 (Psr) sono gli strumenti di pianificazione che hanno lo scopo di migliorare la competitività del settore agricolo, valorizzare l’ambiente e lo spazio rurale attraverso la gestione del territorio, migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e promuovere la diversificazione delle attività economiche. Nei primi 3 anni della programmazione dello sviluppo rurale 2007/2013, al 31 dicembre 2009 la spesa pubblica delle Regioni è stata del 19% di quella complessiva. Questa media sottende però a delle differenze importanti, con le regioni del Sud dell’area convergenza (ex area obiettivo 1) più indietro rispetto alle regioni del Centro e Nord Italia. Solamente 5 Regioni al quarto trimestre 2009 avevano raggiunto un livello di spesa sufficiente a evitare il disimpegno automatico che scatterebbe alla fine del 2010. Le rigide regole comunitarie prevedono l’obbligo di spendere le risorse comunitarie entro termini prefissati. E’ un problema che deriva principalmente dal fatto che i bandi dei Psr per accedere alle misure da parte delle imprese agricole sono stati emanati da alcune regioni in ritardo rispetto all’inizio della programmazione di competenza, dopo che da molti anni non uscivano. Infatti i tempi eccessivamente lunghi che l’avvio del processo di programmazione ha richiesto, ha portato a far partire la politica di sviluppo rurale 2007-2013 in alcune Regioni italiane solo nel 2009, cioè nel terzo anno dei sette del capitolo di programmazione. Questo fatto ha portato alla presentazione di un elevato numero di domande, per un effetto di concentrazione, difficilmente gestibile dall’apparato amministrativo. Altro motivo riguarda l’eccessivo carico burocratico richiesto alle imprese agricole al momento della presentazione delle istanze per accedere alla misure. Ai fini di una piena fruibilità delle agevolazioni previste dalle misure che i Psr mettono a disposizione dell’impresa agricola attraversi i tre Assi di intervento principali (più il quarto Asse relativo all’attuazione del Leader), occorre pertanto aumentare il numero dei bandi di accesso alle misure Psr da parte delle Regioni, adottando il cosiddetto “Bando aperto” ossia la possibilità di presentare le domande in qualsiasi momento dell’anno da parte delle imprese agricole, evitando l’effetto concentrazione. Bisogna inoltre semplificare le procedure amministrative di gestione delle domande e il carico burocratico per le imprese agricole. Allo stesso tempo è necessario diminuire il più possibile il tempo che intercorre tra la presentazione delle domande e il momento in cui le istanze vengono dichiarate finanziabili, e la successiva liquidazione, per dare la possibilità alle imprese di programmare e realizzare investimenti al fine di cogliere le opportunità offerte dal mercato. E’ importante privilegiare una serie di investimenti che possono essere realizzati velocemente, recuperando così nell’avanzamento della spesa. Tra questi si configura l’aumento della dotazione della misura di accesso dei giovani in agricoltura e tutti quegli investimenti aziendali che permettono di realizzare la filiera corta, come ad esempio gli investimenti per la vendita diretta dei prodotti agricoli o dei piccoli macchinari per la trasformazione in azienda dei prodotti agricoli. Anche gli investimenti per la realizzazioni di piccoli impianti per la produzione di agro-energie potrebbero aumentare la velocità di spesa dei Psr. |
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