Arrivano i nuovi vini varietali “da tavola”
Con la completa entrata in vigore della nuova Organizzazione comune di mercato nel settore del vino, l’Unione Europea ha dato il via libera all’indicazione in etichetta del vitigno e dell’annata di produzione anche per i vini senza alcun legame con il territorio di produzione. Dal 1° agosto 2009 – data di entrata in vigore del Regolamento Ue n.607/09 – gli Stati membri hanno stabilito le condizioni e le eventuali limitazioni nazionali per la produzione dei cosiddetti vini varietali “da tavola”. La norma ha già previsto due livelli di limitazione comunitari. Il primo riguarda tutte quelle varietà che fanno parte del nome di una denominazione e sono distintivi, essendo caratterizzanti della denominazione e utilizzati esclusivamente all’interno della denominazione stessa (per l’Italia alcuni esempi sono le varietà Albana, Bianchello, Ruchè e Sagrantino). Un secondo livello riguarda le varietà che sono parte del nome di una denominazione di origine, ma non sono esclusive e possono essere utilizzate solamente nello Stato membro in cui ricade la denominazione e per le Doc e Igt nelle quali la varietà è una tipologia (ad esempio le varietà Aglianico, Barbera, Montepulciano, Nebbiolo, Primitivo, Sangiovese e Vermentino). In sostanza, sull’intero territorio comunitario da tutte queste varietà non potrà essere prodotto un vino varietale da tavola. Bruxelles ha dato comunque la possibilità agli Stati membri di stilare anche una lista di ulteriori vitigni che possono beneficiare della deroga, in questo caso solo nazionale, in modo da impedire che anche da essi si possano produrre sul territorio nazionale vini varietali “da tavola”. Questo a seguito delle fortissime pressioni esercitate dall’Italia, sulla base delle richieste della Coldiretti, in occasione del negoziato sulla riforma: il nostro Paese è stato sin dall’inizio molto critico sulla previsione di questa nuova categoria di vini varietali senza alcun legame con il territorio di produzione. Con la pubblicazione del decreto ministeriale del 23 dicembre 2009 che fissa le disposizioni nazionali, applicative delle recenti norme comunitarie, in tema di etichettatura e presentazioni dei vini, il nostro Ministero ha risolto il problema stilando, all’Allegato IV l’elenco, una lista delle varietà di uva utilizzabili in Italia sulle etichette dei vini varietali non DO-IGT. In applicazione dell’art. 60 par. 2 lettera b del Reg. 479/08, il Ministero ha deciso di escludere la quasi totalità dei vitigni autorizzati, lasciando in elenco esclusivamente alcuni vitigni internazionali e cioè Cabernet, Cabernet franc, Cabernet sauvignon, Chardonnay, Merlot, Sauvignon e Syrah. Quindi attualmente questi sono gli unici vini varietali “da tavola” che potranno essere prodotti in Italia. Manca però un tassello importante per completare il quadro normativo nazionale e dare il via libera definitivo alla produzione. Nei prossimi giorni, infatti, il Mipaaf-Icqrf dovrebbe definire con un decreto il meccanismo di controllo e certificazione del vitigno e dell’annata per i vini varietali “da tavola”. Sebbene per le produzioni italiane la scelta di puntare sui vini varietali “da tavola” non potrà essere vincente nel medio – lungo periodo, non si può negare la opportunità che questi vini offrono di competere sui mercati emergenti del Nuovo Mondo, almeno nel breve periodo. Intanto i produttori chiedono che si faccia in fretta; i vini sono ormai pronti per essere imbottigliati, ma senza la norma sui controlli sarebbero “irregolari”. |
Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.