il Punto Coldiretti

Coltivatori diretti, ecco come recuperare i contributi omessi

I coltivatori diretti possono chiedere all’Inps di riscattare, a pagamento, i periodi durante i quali non sono stati iscritti negli elenchi di categoria e per i quali possa essere provato l’esercizio dell’attività agricola svolta in qualità di familiari collaboratori del titolare del nucleo.

Questa particolare forma di riscatto prende il nome di “costituzione di rendita vitalizia” e può riguardare solo periodi di lavoro agricolo svolti in qualità di coltivatore diretto collaboratore del titolare del nucleo, durante i quali quest’ultimo non ha provveduto alla relativa iscrizione all’Inps e, quindi, non ha versato la contribuzione dovuta a fini pensionistici per l’attività svolta dal familiare.

Di conseguenza, tale possibilità non può essere esercitata da coloro i quali durante i periodi in questione rivestivano la qualifica di  titolare di impresa, in quanto erano essi stessi tenuti al pagamento della contribuzione non versata e, quindi, mancante.

Per poter essere riscattati, i periodi di lavoro agricolo autonomo devono essere stati svolti successivamente al 1957, in quanto solo a partire da tale data è stato introdotto l’obbligo del versamento contributivo per i coltivatori diretti. Per gli anni tra il 1957 e il 1961 possono presentare la richiesta anche coloro che erano iscritti a zero giornate o non avevano un accredito contributivo sufficiente per ottenere la copertura annuale completa.

Inoltre, possono essere oggetto della richiesta di costituzione di rendita vitalizia solo i contributi prescritti, vale a dire quei contributi per i quali l’Inps non può più procedere al recupero coattivo nei confronti del titolare in quanto è decorso il periodo di tempo minimo previsto dalla Legge (dal 1996 la prescrizione è pari a 5 anni, salvo l’emissione di atti interruttivi da parte dell’Inps).

Per presentare la domanda, il richiedente deve provare l’attività agricola autonoma svolta nell’ambito del nucleo familiare con documenti di data certa. Questi possono essere di varia natura, a puro titolo di esempio: patente agricola, libretto UMA, certificato storico di famiglia dell’epoca con annotazioni tipo “contadino”, ecc..

Le testimonianze sono ammesse solo per provare la durata del periodo di attività lavorativa, mentre per dimostrare l’esistenza del rapporto di parentela o affinità è sufficiente la presentazione di una autocertificazione.

Tali periodi, una volta riscattati sono validi sia per maturare il diritto a qualsiasi pensione sia per calcolarne l’importo. Possono essere quindi utilizzati da chi è prossimo al sospirato traguardo e non ha contributi sufficienti o anche da chi, raggiunto il diritto, vuole esclusivamente incrementare la misura della propria pensione.

Raccomandiamo a tutti gli interessati di rivolgersi al Patronato Epaca: gli operatori forniranno gratuitamente una consulenza personalizzata per valutare la convenienza al riscatto e l’assistenza necessaria all’inoltro della domanda all’INPS.

Per conoscere l’ufficio Epaca più vicino si può telefonare al numero verde 800.667711 oppure visitare il sito Internet www.epaca.it.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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