G8 agricolo, un impegno forte a sostegno dei redditi in agricoltura
Riportare l’agricoltura al centro delle agende internazionali; sostenere il settore con investimenti pubblici e privati capaci di supportare i redditi; gestire gli stock delle materie prime; assicurare regole certe nel commercio internazionale; garantire strumenti adeguati per la gestione dei rischi e delle crisi di mercato, promuovere la produzione sostenibile di energia rinnovabile. Sono i punti forti della dichiarazione finale del G8 agricolo, il vertice dei Ministri dell’Agricoltura degli otto paesi industrializzati organizzato a Cison Valmarino, in provincia di Treviso. Un summit che segue il Farmers’ Union Meeting promosso da Coldiretti a Roma, e che del vertice degli agricoltori ha ripreso i temi di discussione e i contenuti del documento sottoscritto a Palazzo Rospigliosi. Sostegno alle imprese agricole, sicurezza alimentare e lotta alla fame, alle speculazioni e alla concorrenza sleale sono stati, infatti, i principali argomenti sui quali si sono confrontanti il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, e i pari ruolo di Giappone, Stati Uniti, Canada, Germania, Francia, Inghilterra, Russia, oltre alla commissaria Ue all’Agricoltura, Mariann Fischer-Boel, e ai rappresentanti di Brasile, Cina, India, Messico e Sudafrica, Argentina, Australia, Egitto, Banca mondiale, Fao, Ifad, Ocse, Pam, Task Force di Alto Livello sulla sicurezza alimentare mondiale delle Nazioni Unite e Unione Africana.8. "Dobbiamo porre l’agricoltura e lo sviluppo rurale al centro della crescita economica sostenibile insieme alle altre politiche – si legge in uno dei tredici punti del documento fionale -, rafforzando il ruolo delle famiglie agricole e dei piccoli agricoltori facilitando il loro accesso alla terra, rafforzando il ruolo delle donne, l’uguaglianza di genere e il ricambio generazionale". Ma anche il problema della concorrenza sleale ai danni delle imprese agricole ha occupato i lavori del G8 agricolo, dove Coldiretti ha allestito un museo dei falsi scovati in giro per il mondo. L’Italia ha il triste primato delle produzioni alimentari più imitate nel mondo, tanto che il falso Made in Italy a tavola genera un fatturato che supera i 50 miliardi di euro e in tutto il globo ben due piatti “italiani” su tre non sono stati realizzati nel Belpaese. Sul problema della fame i ministri presenti al vertice hanno posto in risalto la necessità di aumentare la produzione mondiale di alimenti in quantità e qualità, anche in considerazione della presa d’atto del mancato raggiungimento dell’obiettivo delle Nazioni Unite di dimezzare la percentuale del numero di persone che soffrono la fame entro il 2015. Coldiretti ha ricordato a tale proposito il calo dei raccolti mondiali e il fatto che il numero di affamati ha superato per la prima volta il miliardo per effetto dei cambiamenti climatici e delle speculazioni finanziarie sul cibo che solo per il grano sono costate 200 miliardi di dollari in un anno. La produzione cerealicola mondiale nel 2009 sarà inferiore rispetto ai livelli dello scorso anno. In Europa e negli Stati Uniti, nonostante condizioni generalmente favorevoli per il grano invernale, le superfici seminate sono diminuite per le basse quotazioni e sono previste in calo come pure le semine primaverili di granoturco e grano e dopo oltre 30 anni, per la prima volta, anche la produzione di carne e pollame negli allevamenti statunitensi, sulla base dei dati del USDA. Una tendenza che è destinata ad influenzare i consumi alimentari mondiali considerato che negli Stati Uniti, che sono il principale esportatore di alimenti, si ottiene il 10 per cento della produzione agricola mondiale. Le previsioni degli Stati Uniti sono aggravate dalle tendenze in atto su scala mondiale dove le stime per i paesi a basso reddito con deficit alimentare sono al ribasso per la produzione cerealicola. Le prime previsioni indicano un raccolto di mais piu’ ridotto in Africa australe. Condizioni di siccita’ prolungata stanno avendo effetti negativi sulla produzione di grano in Asia, specialmente in Cina per la produzione di grano invernale. Le precipitazioni sono state scarse anche in India. In Sud America, la produzione di grano del 2008 e’ stata dimezzata a causa della grave siccita’ in Argentina. Il documento scaturito dal vertice sarà ora sottoposto al G8 dei capi di governo in programma a luglio alla Maddalena, in Sardegna. |
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