Piogge invernali da record, crollate le semine di grano
L’inverno entra nella top ten dei piu’ piovosi degli ultimi due secoli e provoca evidenti sconvolgimenti nelle coltivazioni Made in Italy. E’ quanto rileva la Coldiretti con riferimento alle analisi preliminari dell’ Isac-Cnr, che hanno riscontrato nell’inverno 2009 precipitazioni superiori del 59 per cento rispetto alla media del periodo 1961-1990. Con le precipitazioni dell’inverno 2009 che si sino sono collocate al nono posto dal 1800, nei grandi laghi italiani, come quello di Garda a Peschiera e quello Maggiore a Sesto Calende, il livello idrometrico ha raggiunto il massimo storico del periodo. Per effetto dell’inverno anomalo sono crollate del 30 per cento le semine di grano destinato alla pasta Made in Italy. Se dovesse permanere la nuova ondata di maltempo, con pioggia e vento intensi, provocherebbe un ulteriore calo dei raccolti, un ritardo anche nelle semine di granoturco e soia ed una possibile cascola di fiori e allegazione scarsa nelle piante da frutto per asfissia radicale. L a pioggia ha impedito le operazioni di semina per il grano duro con le stime preliminari che prevedono una perdita di 550mila ettari di terreno coltivato rispetto al 2008. La situazione più critica si registra in Maremma (tra Lazio e Toscana) e Sardegna dove si è verificato un crollo delle semine di grano duro del 70-80 per cento, mentre nelle altre Regioni la flessione è nel complesso contenuta e si attesta intorno al 20 per cento. Nella Pianura Padana invece – escluse le aree storiche del ferrarese dove le semine sono pressoché stabili – la riduzione di circa 50.000 ettari è dovuta ai problemi qualitativi registrati nel raccolto 2008. Per quanto concerne il grano tenero, le prime stime registrano una contrazione delle superfici di circa il 10-15 per cento rispetto alla precedente campagna (in particolare in Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia). Va sottolineato inoltre che ad ostacolare la coltivazione del grano, oltre alle vicende atmosferiche avverse, c’è stata anche l’incertezza sulle quotazioni dei prezzi di mercato che sono dimezzati rispetto allo scorso anno. |
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