L’Europa dice sì ai contratti di filiera e di distretto
Il 10 dicembre la Commissione europea ha approvato il regime d’aiuto italiano per i contratti di filiera e di distretto. Il nuovo regime permette aiuti per gli investimenti nelle aziende agricole (quali recupero dei fabbricati aziendali, miglioramento ambiente, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli), aiuti destinati a favorire la produzione e la commercializzazione dei prodotti agricoli di qualità, la fornitura di assistenza tecnica (servizi di consulenza, formazione, organizzazione e partecipazione a forum, concorsi, mostre e fiere), aiuti alla pubblicità e alla ricerca e sviluppo. Il regime ha durata fino al 31 dicembre 2013 e dispone di un budget di 800 milioni di euro. A seguito dell’approvazione del regime d’aiuto da parte di Bruxelles, le tappe successive per l’implementazione dei contratti di filiera di distretto saranno la modifica dell’allegato A del decreto Mipaaf 21 aprile 2008 e l’emanazione da parte del Mipaaf della circolare applicativa per stabilire le modalità e le forme per la presentazione delle domande di accesso ai contratti di filiera e di distretto. Il contratto di filiera è quello promosso dal Mipaaf con i soggetti della filiera agroalimentare e/o agroenergetica, finalizzato alla realizzazione di un programma di investimenti integrato a carattere interprofessionale di rilevanza nazionale che, partendo dalla produzione agricola, si sviluppi nei diversi segmenti della filiera agroalimentare e agroenergetica in un ambito territoriale multiregionale. Il contratto di distretto è promosso dal Mipaaf con i soggetti che in base alla normativa regionale (art. 13 del decreto legislativo n. 228/2001) rappresentano i distretti e serve a rafforzare lo sviluppo economico e sociale dei distretti stessi. Le novità più importanti per i prossimi contratti riguardano: Limiti agli investimenti – compresi tra 5 e 50 milioni di euro senza percentuale massima per regione. Filiera minori e qualità – non più rapporto minimo tra investimenti e produzione agricola coinvolta. Investimenti di filiera – assenza di parametri minimi. Per essere finanziabili, i contratti devono prevedere un ammontare degli investimenti ammissibili tra 5 e 50 milioni ed essere realizzati entro 4 anni dall’approvazione del contratto. In coerenza con la normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato, il contributo ai contratti di filiera e di distretto è concesso per investimenti: nelle aziende agricole; nel settore della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti agricoli; per la tutela ambientale e per il benessere degli animali; destinati a promuovere la produzione e la commercializzazione di prodotti agricoli di qualità; per prestazioni di assistenza tecnica nel settore agricolo; per la pubblicità dei prodotti agricoli di qualità; nel settore della ricerca e dello sviluppo; nel settore delle agroenergie. Le agevolazioni sono articolate nella forma di contributo in conto capitale e di finanziamento agevolato. Non è ammessa la presentazione di domande di agevolazione relative ad un programma di investimenti o a singoli beni già oggetto di agevolazioni di qualsiasi natura previste da altre norme statali, regionali o comunitarie o comunque concesse da enti o istituzioni pubbliche, fatti salvi gli aiuti concessi secondo la regola “de minimis” (a meno che il beneficiario non vi abbia già formalmente rinunciato). La procedura, particolarmente complessa, prevede la presentazione delle domande di finanziamento al Mipaaf per poi concludersi, dopo vari passaggi, con l’approvazione del Cipe che apre la fase esecutiva. Nel disegno di legge in corso di approvazione “disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare” l’articolo 1 estende i contratti di filiera e di distretto a tutto il territorio nazionale, eliminando così il vincolo presente nella legge 289/2002, che circoscriveva l’ambito di operatività dei contratti di filiera e di distretto alle sole aree sottoutilizzate. |
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