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Agricoltura al centro dei lavori del G8 nel vertice in Giappone

Agricoltura al centro del vertice del G8 in giappone

Il settore primario, al quale si guarda oggi per risolvere il problema dell’emergenza cibo, è uno dei grandi protagonisti dei lavori del vertice dei grandi della Terra, riuniti nell’isola di Hokkaido, nord del Giappone. Una fatto storico che non si era mai verificato negli anni recenti 

Due, in particolare, i temi al centro del summit dei paesi più industrializzati: la necessità di promuovere più agricoltura per soddisfare la crescente domanda di derrate alimentari e il problema delle speculazioni.

Nel primo caso gli otto premier di Usa, Giappone, Germania, Regno Unito, Francia, Italia, Canada e Russia) si confrontano sulle misure per aumentare le produzioni agricole. Un’esigenza che riguarda sia l’agricoltura delle nazioni industrializzate che quella dei paesi in via di sviluppo  e che dovrà essere affrontata sia con il ricorso agli strumenti esistenti come la Pac, sia pensandone di nuovi.

L’altro tema caldo è, invece, quello delle speculazioni.

Una preoccupazione già fatta propria dal Papa, Benedetto XVI, il quale aveva chiesto ai grandi di difendere le fasce più deboli e porre un freno ai mali dell’economia mondiale, dovuti alle speculazioni e alle turbolenze finanziarie e ai loro effetti perversi sui prezzi degli alimenti e dell’energia

La speculazione internazionale rischia aggravare la situazione reale con il cambiamento del clima che sta causando danni in Usa (alluvioni) come in Australia (siccità) mentre in Cina è stato partticolarmente pesante il bilancio del terremoto. Non a caso sono già state riviste al ribasso le previsioni sulla produzione mondiale di cereali.

Per dare stabilità ai mercati occorre oggi investire nell’agricoltura delle diverse realtà del pianeta, dove servono prima di tutto politiche agricole regionali che sappiano potenziare le produzioni locali da orientare al consumo interno per sfamare la popolazione.

La crisi alimentare non si risolve con i prezzi bassi all’origine per i produttori perche’ questi non consentono all’agricoltura di sopravvivere e con la chiusura delle imprese destrutturano il sistema che non è piu’ in grado di riprendersi anche in condizioni positive.

Gli ultimi mesi  hanno dimostrato la grande vulnerabilità di un sistema impostato sulla liberalizzazione spinta del mercato che ha favorito una nuova “colonizzazione” dei paesi piu’ poveri che sono stati indotti ad esportare invece che a soddisfare il crescente fabbisogno interno.

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