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Suini, il prodotto zootecnico vale appena un decimo della filiera

I dati presentati da un recente studio Ismea sulla catena del valore nel settore suinicolo confermano quanto gli allevatori ripetono ormai da tempo nel rivendicare la legittimità delle proprie azioni di protesta (l’ultima è quella del cosiddetto “sciopero del prosciutto”) contro i bassi prezzi imposti dai trasformatori.

I numeri sull’incidenza del valore aggiunto in ciascuna fase della filiera suinicola affermano che solo il 12% è rappresentato dal prodotto zootecnico, contro il 43% dell’industria, il 2% dell’importazione e il 43% della distribuzione.

Quello degli allevatori si conferma quindi l’anello debole della catena che rischia di rimanere schiacciato tra la diminuzione del prezzo medio di mercato dei suini (- 8% nel 2007), l’aumento del costo di cereali e i semi oleosi (rispettivamente +50% e + 20%) e l’aumento dei costi dell’energia.

Secondo le rilevazioni dell’Istituto per il mercato agricolo, all’uscita dall’industria il valore della produzione cresce di quasi il 300%, raggiungendo la cifra di 9,3 milioni di euro; il 79% di questa cifra viene dall’industria dei salumi ed insaccati, dove un quarto del valore è dato dalle produzioni a denominazione d’origine. Alla fine di tutti i passaggi di filiera, il valore finale della produzione ammonterebbe a circa 19.690 milioni di euro: il 70% generato dal canale retail, il 23% dal canale ho.re.ca (Hotel, Ristoranti, Caffè, ecc.) ed il 7% dall’esportazione su altri mercati.

Per quanto riguarda i dati del segmento industriale della filiera suinicola, Ismea rileva che i macelli di carni rosse a bollo CE presenti in Italia sono circa 630, di cui oltre la metà con annesso laboratorio di sezionamento. L’attività è tuttavia concentrata per il 65/70% in un numero limitato di impianti (circa 15 unità) con una capacità produttiva superiore a 100.000 capi l’anno.

Per quanto riguarda invece le strutture di trasformazione, all’inizio del 2008 gli impianti industriali erano pari a circa 1.400 unità, mentre quelli di tipo artigianale circa 2.300 unità. Le prime venti imprese di trasformazione detengono poco meno del 50% di tutte le quote di mercato.

 Download tabella prime 10 imprese di lavorazione delle carni suine

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