Il Psr e le misure per migliorare il rendimento aziendale: la 121
Tra le Regioni “attive” sui bandi dei Piani di sviluppo rurale, sono attualmente solo 7 -Lombardia, Piemonte, Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Provincia autonoma di Trento – quelle che hanno avviato la misura 121 per l’ammodernamento delle aziende agricole. Nell’ambito della strategia di sviluppo rurale, la 121 rientra tra le misure per il miglioramento della competitività del settore agricolo (asse 1) volte, in particolare, a ristrutturare il capitale fisico delle aziende agricole e a promuoverne l’innovazione in termini di prodotti e di processi. Si tratta di una misura rilevante, prevista da tutte le Regioni, ad eccezione della Valle d’Aosta che ha assorbito 2.346 milioni di euro, pari al 36,5% delle risorse destinate dalle regioni all’asse 1 e al 14,1% delle risorse complessive Feasr 2007-2013. Tra tutti, si distingue il caso del Veneto, che prevede tre modalità di attivazione della 121: oltre che come misura singola, come intervento (obbligatorio) nei pacchetti integrati aziendali dei giovani agricoltori o nell’ambito di progetti integrati di filiera. Gli aiuti, erogati come contributo in conto capitale o (nel caso della Lombardia) anche in conto interessi, sono destinati agli imprenditori agricoli singoli o associati in diverse forme (società, cooperative, associazioni temporanee). Gli interventi che possono essere realizzati sono investimenti materiali (acquisto, realizzazione o adeguamento di strutture e di impianti) e immateriali correlati. Gli obiettivi perseguiti riguardano l’ammodernamento e l’innovazione, ma anche il miglioramento delle infrastrutture aziendali per la viabilità e l’approvvigionamento idrico ed energetico, l’integrazione delle aziende in progetti di filiera o di distretto, lo sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili per il consumo aziendale, la promozione delle attività di trasformazione e di vendita diretta delle produzioni. Diversi i criteri regionali per la selezione dei progetti aziendali da finanziare, tra cui caratteristiche degli imprenditori, comparti produttivi di intervento, tipologia e volume degli investimenti da realizzare, impatti ambientali previsti. Risulta rilevante la valutazione del contributo degli investimenti progettati al miglioramento del rendimento globale dell’azienda; l’impianto strategico della politica per lo sviluppo rurale (Regolamenti Ce nn. 1698/05, art. 26 e 1974/06, allegato II) ha infatti legato a questo aspetto la concessione di contributi per la realizzazione di investimenti materiali ed immateriali. Le Regioni, in coerenza con l’ampiezza degli obiettivi perseguiti e delle azioni pianificate, misurano il miglioramento del rendimento globale affiancando alla crescita della redditività aziendale ulteriori e diversi parametri: intensità dell’innovazione; qualificazione della produzione e dei processi aziendali; sicurezza alimentare; risparmio energetico e utilizzo di energia da fonti rinnovabili; miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, dello stato dell’ambiente, delle condizioni di igiene e di benessere degli animali; diversificazione della produzione; sviluppo delle attività di commercializzazione; conversione all’agricoltura biologica. |
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