Si allarga lo sciopero del prosciutto, le adesioni hanno raggiunto il 70%
Si allarga il fronte delle imprese agricole che partecipano allo sciopero del prosciutto. In attesa degli stati generali della suinicoltura, convocati per oggi, 20 maggio, a Reggio Emilia, hanno aderito alla protesta allevatori che rappresentano il 70% della produzione di maiali, per denunciare un situazione in cui quattro prosciutti su cinque commercializzati in Italia vengono importati, mentre il prezzo pagato alle imprese agricole è inferiore ai costi di produzione. Costi che, tra l’altro, proprio negli ultimi mesi hanno subito forti aumenti per l’energia e i mangimi. Come rilevato da Coldiretti, i maiali vengono oggi pagati alla produzione 1,08 euro al chilogrammo, mentre il prezzo medio del prosciutto pagato dal consumatore è di 24,55 euro al chilogrammo. Una forbice insostenibile dinanzi alla quale gli allevatori hanno dunque deciso questa forma di protesta, che prevede la mancata consegna delle certificazioni di qualità che accompagnano i maiali e che consentono la commercializzazione della salumeria a marchio d’origine. In questo modo rischiano ora di mancare a lungo dalle tavole e dai banchi dei supermercati e negozi alcune delle Dop storiche di questo tipo di prodotti. Le soluzioni indicate per risolvere il problema passano dalla programmazione nella produzione dei prosciutti destinati alla filiera del Parma e San Daniele e dalla differenziazione del prezzo tra il maiale nazionale destinato alle denominazioni di origine e quello da macelleria fresca. Ma serve soprattutto una norma che renda obbligatoria l’indicazione della zona di provenienza della carne maiale e dei prodotti da macelleria, considerato che sono 40 milioni i prosciutti arrivati in Italia in un anno dall’estero che rischiano di venire spacciati come Made in Italy. Dello sciopero dei prosciutti si sta ora interessando anche il neoministro alle Politiche Agricole, Luca Zaia, il quale ha dichiarato: “Seguiamo con particolare attenzione lo svolgersi degli avvenimenti in Italia e stiamo lavorando con grande impegno per risolvere al piu’ presto le difficolta’ denunciate dal settore". Nel 2007, grazie al lavoro di 4.987 allevamenti italiani, sono stati prodotti in Italia oltre 9,5 milioni di prosciutti di Parma Dop per i quali gli italiani hanno speso 1,3 miliardi di Euro mentre il giro di affari ha raggiunto i 400 milioni di Euro all’estero, dove si è verificato un aumento record delle vendite in quantità con un incremento del 9 per cento. |
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