il Punto Coldiretti

Grana Padano, consumi al top ma si cerca di ridurre il prezzo del latte alla stalla

Quel che accade all’interno della filiera del Grana Padano è emblematico per capire le ragioni della protesta dei produttori di latte in Lombardia e non solo. La trattativa per il prezzo del latte alla stalla è stata interrotta per la ferma opposizione soprattutto dei “granisti”, cioè dei trasformatori caseari, che trattano complessivamente 30 milioni di quintali di latte, 23 dei quali destinati proprio alla lavorazione del Grana Padano. Si sostiene che il prezzo da corrispondere agli allevatori, gravati da rincari su carburante e mangimi, non possa essere riconfermato al livello attuale che per la Lombardia è di 42 centesimi di euro per ogni litro di latte refrigerato alla stalla. Eppure il Grana Padano registra attualmente dei trend di sviluppo che sono  eccezionali, visto il periodo di contrazione degli acquisti alimentari e la sempre maggiore attenzione dei consumatori al caro-spesa.

I dati AcNielsen parlano chiaro: tra febbraio e marzo di quest’anno sono stati consumati dalle famiglie italiane oltre 11.729 tonnellate di Grana Padano, con un aumento dei volumi di vendita del 9,2% rispetto allo stesso bimestre del 2007 (anche se il bimestre quest’anno ha un giorno in più),  registrando un aumento di valore del 15,3%. In altre parole, si è venduto più prodotto con un prezzo maggiore dello scorso anno: il prezzo medio al consumo al chilo di prodotto venduto sui banchi della grande distribuzione nell’ultimo bimestre è stato di 11.06 euro, e quindi superiore del 5,6% al prezzo dello stesso periodo dell’anno scorso (10.48 euro il kg.) Anche i dati degli ultimi 12 mesi sono più che confortanti: un aumento del 5% in volumi venduti e del 7,9% del valore rispetto a 12 mesi prima.

E pure l’export segue la stessa tendenza: all’estero sono state vendute nell’ultimo anno 1.164.000 forme, con un aumento del 6,2% rispetto il 2006 e anche nei primi quattro mesi del 2008 si registra una  tendenza all’aumento.

Ma allora,  se i consumi di Grana Padano – in questi momenti di crisi economica delle famiglie – non solo tengono ma addirittura crescono e ancor di più salgono i prezzi medi al consumo, dove dobbiamo cercare le motivazioni del paradosso relativo al mancato accordo sul prezzo del latte? I caseifici che producono Grana Padano sono circa 150 (oltre a 25 che producono il Trentingrana);  qualche decina di essi commercializza il prodotto sia attraverso i canali della grande distribuzione organizzata che di quella tradizionale facendosi concorrenza a vicenda in una continua corsa al ribasso. Non è forse così, quindi, che stiamo pagando lo scoordinamento e l’inefficienza degli stessi caseifici (siano privati o cooperative), incapaci di valorizzare un prodotto sempre più apprezzato dal consumatore?

Intanto a farne le spese sono gli allevatori lombardi (e non solo), che vedono paradossalmente crescere solo i loro costi ma non il loro reddito, anche nel caso di una delle Dop di maggior successo del nostro Made in Italy.

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