Agricoltura biologica, aperti i primi bandi nei Piani di sviluppo rurale
Le Regioni hanno pubblicato i primi bandi dei Piani di sviluppo rurale per accedere alle azioni di incentivazione delle produzioni biologiche, all’interno della misura 214 sui pagamenti agroambientali. Nel 2006 in Italia la superficie interessata – in conversione o interamente convertita ad agricoltura biologica – risulta di 1.148.162 ettari, con un incremento del 6,60 per cento rispetto all’anno precedente. Il nostro Paese si pone così al primo posto in Europa per agricoltura bio e al quarto posto nel mondo per estensione della superficie a biologico. Come evidenzia il Piano Strategico Nazionale, ossia la cornice di tutti i Piani di sviluppo rurale, esiste allo stesso tempo il mancato riconoscimento di un maggiore valore aggiunto rispetto ai prodotti convenzionali che diminuisce il potere contrattuale nei confronti delle imprese di trasformazione e dei distributori. L’applicazione del metodo di produzione biologica apporta notevoli benefici sia in relazione alla conservazione e all’incremento della biodiversità, alla tutela della qualità delle acque e del suolo, all’azione di contrasto rispetto ai cambiamenti climatici. Tutti questi motivi hanno spinto le regioni ad attivare all’interno dell’asse 2 dei Piano di sviluppo rurale un’azione per l’incentivazione delle produzioni biologiche. Azione che viene diversificata in due livelli: – introduzione dei metodi dell’agricoltura biologica, per aziende che per la prima volta aderiscono ai metodi di agricoltura biologica; – mantenimento dei metodi dell’agricoltura biologica: per aziende già aderenti ai metodi di agricoltura biologica. In entrambe le ipotesi il pagamento compensa i costi aggiuntivi e il mancato guadagno derivante dall’impegno assunto, che può variare da 5 a 7 anni. Gli importi, erogati a fronte dell’impegno pluriennale, variano da Regione a Regione all’interno di una cornice definita dal regolamento comunitario di 600 euro/ha per le colture annuali, 900 euro/ha per le colture perenni specializzate e di 450 euro/ha per gli altri usi del terreno. L’approvazione definitiva dei vari Piani di sviluppo rurale regionali in un arco temporale molto dilatato, da luglio 2007 al febbraio 2008, e il mutamento degli orientamenti nell’approvare le misure agroambientali da parte della Commissione europea, ha portato a una forte differenziazione degli importi erogabili dai Psr, con problemi di equità fra le aziende collocate in differenti Regioni. Disparità che potrà essere superata con le future modifiche ai Piani di sviluppo rurale, per le quali si sta già lavorando. Nel frattempo sono aperte in Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana e Veneto le domande per l’introduzione e il mantenimento delle produzioni biologiche.
|
Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.