I sequestri di olio confermano la validità dell’etichetta di origine
I sequestri di falso olio extravergine effettuati dai Nas confermano la validità della scelta fatta dall’Italia con l’introduzione dell’obbligo di indicare la provenienza delle olive in etichetta che occorre far rispettare con un adeguato sistema di controlli. Lo sottolinea la Coldiretti nel commentare positivamente l’operazione condotta dai carabinieri del Nas di Milano che hanno scoperto un traffico di olio proprio nel giorno in cui arriva la notizia che la Commissione europea ha inviato all’Italia, come atto dovuto, una lettera con la richiesta di chiarimenti sulla decisione italiana dell’obbligo di indicare l’origine in etichetta per l’olio d’oliva. L’operazione condotta dai Nas con il sequestro di 15mila litri di olio destinato ai ristoranti è una ragione in piu’ per applicare con severità la normativa a livello nazionale e di valorizzarla con vigore in Europa dove gli interessi delle lobby non possono prevalere sulla necessità di tutelare la salute dei cittadini. L’Italia, che ha il primato della qualità nell’Unione Europea, ha il dovere di svolgere un ruolo di avanguardia a livello comunitario nelle norme sulla trasparenza a tutela delle imprese e dei consumatori Il rischio di frodi denunciato dal nucleo dei carabinieri dimostra che occorre anche attivare i controlli negli stabilimenti per assicurare che sulle confezioni di tutti gli extravergini etichettati dopo il 17 gennaio 2008, come previsto dalla nuova normativa, siano indicati obbligatoriamente lo Stato nel quale le olive sono state raccolte e dove si trova il frantoio in cui è stato estratto l’olio, mentre se le olive sono state prodotte in più paesi, questi devono essere tutti indicati in ordine di quantità decrescente. Secondo una indagine della Coldiretti sono inspiegabilmente ancora troppo poche le confezioni di oli vergini ed extravergini in vendita etichettate nel rispetto della nuova normativa con il rischio concreto che vengano spacciate come Made in Italy miscugli di olio spremuto da olive spagnole, greche e tunisine, senza alcuna informazione per i consumatori. Con la stesura delle norme applicative sono finiti gli alibi con la possibilità di multe fino a 9.500 euro per i trasgressori di ogni singola violazione, secondo il Decreto recante “Norme in materia di indicazioni obbligatorie nell’etichetta dell’olio vergine ed extravergine” pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale N.243 del 18 ottobre 2007. L’obbligo di indicare l’origine delle olive impiegate in etichetta è un contributo alla trasparenza se si considera che si è verificato un aumento record del 25 per cento degli arrivi di olio di oliva estero proveniente soprattutto da Spagna, Tunisia e Grecia, nei primi nove mesi del 2007, mentre la produzione nazionale è stimata in calo del 15 per cento rispetto all’anno precedente su valori di poco superiori ai 5 milioni di quintali, secondo le stime della Coldiretti. |
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