il Punto Coldiretti

Accordo al Nord, ma il pomodoro resta diviso

Un adeguamento del prezzo indicativo attorno agli 88 euro a tonnellata – erano 70 nel 2010 – che tengono conto delle nuove condizioni (disaccoppiamento totale e situazione del mercato dei cereali), con un premio fino a +3% del prezzo per chi consegna prodotto con meno del 3% di difetti (fatto innovativo rispetto alla passata stagione, quando erano previste solo penalità e la franchigia), ma anche condizioni migliorative per chi trasporta il prodotto con i mezzi aziendali (5,5€/t rispetto a 5€/t del 2010).

Questi i contenuti dell’accordo per il pomodoro da industria al Nord mentre al Sud proseguono gli incontri tra Op e industriali, in attesa di una “fumata bianca”.

Ma al di là delle considerazioni sui contenuti, rimane la sensazione di un sistema che non funziona. Non è infatti pensabile che, al di là del prezzo ovviamente variabile entro certi limiti tra un contratto (e un territorio) e l’altro, non ci siano condizioni omogenee di contrattazione.

Accordi diversi per griglie di qualità, premi, penalità, condizioni di consegna, termini di pagamento, per prodotti della stessa tipologia destinati a trasformati della stessa categoria, non ci sembra rappresentino la situazione ideale. E non si può certo dire che sia un problema agricolo, se la rappresentanza degli industriali è divisa tra industrie del Nord e industrie del Sud.

Non si può continuare a pensare in termini di  pomodoro del Nord e pomodoro del Sud – esiste poi anche quello del Centro – come se poi tutti questi prodotti non stessero tutti sul mercato come made in Italy. Chi nel 2010 ha ritirato il pomodoro a prezzi “cinesi” (40 euro o anche meno), si confronterà con i costi più elevati di chi ha rispettato i contratti e ha pagato i 70 euro concordati, che comunque sono sempre pochi.

Se non si riesce a ragionare di pomodoro da industria italiano, almeno a livello di regole, è chiaro che si rischia di distruggere il sistema.  Soprattutto nelle zone meridionali, ci si aspetta molto a questo punto dal ruolo di arbitri super partes che potranno rivestire le Regioni; quelle stesse Regioni che, nella passata stagione, sono state spesso le prime ad evidenziare il mancato rispetto dei contratti, avendo a disposizione strumenti per intervenire nei confronti di chi non rispetta gli accordi.

Gli strumenti sono le misure del Prs, i piani operativi e altri tipi di agevolazioni o di permessi che passano  attraverso gli snodi regionali. Sarebbe bene, quindi, che le Regioni incominciassero a redigere un elenco dei “buoni” e dei “cattivi” e a vincolare l’accesso a queste misure al rispetto dei contratti.

Non sarebbe infatti accettabile che soggetti non rispettosi degli accordi possano poi accedere ugualmente a queste facilitazioni, come chi gli accordi li rispetta. Meglio evidenziarlo ora, lontano dai momenti critici, che dover intervenire dopo. In questa fase deve prevalere la buona volontà di tutte le parti, ma non sarebbe male sapere che, al di là delle vie legali per far valere il rispetto dei contratti (che purtroppo hanno tempi lunghi), c’è anche chi vigila con altri strumenti più tempestivi.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi