il Punto Coldiretti

Agropirateria, quando a far danni è il “fuoco amico”

L’agropirateria, ovvero la contraffazione dei prodotti agro-alimentari italiani nel mondo, vale oltre 60 miliardi di euro e manifesta un trend in continua crescita che schiaccia i poco più di 25 miliardi di euro di esportazioni italiane.

L’immagine dell’Italia e dei prodotti italiani nel mondo è vincente, ma è troppo frequentemente utilizzata da industrie, commercianti, ristoratori, che nulla hanno a che vedere con il nostro paese.

Il fenomeno dell’agropirateria si manifesta con la contraffazione agroalimentare utilizzando prodotti delle più diverse provenienze che vengono spacciati per italiani utilizzando nomi (parmesan, toscana, daniele, cambozola, pecorino, romolo, etc.), termini (tipico, tradizionale, etc.), segni (il tricolore, la lupa, il colosseo, etc.) che richiamano il Belpaese.

Tutto questo non solo rovina la nostra immagine, stante la scarsa qualità dei falsi, ma sottrae spazio di mercato ai veri prodotti italiani, per un valore complessivo stimato oggi in 60 miliardi di euro, ma che, nel giro di pochi anni, continuando il trend attualmente in corso, potrebbe superare l’intero fatturato dell’industria agroalimentare italiana, ovvero oltre 120 miliardi di euro. Pensiamo cosa vorrebbe dire per la nostra economia recuperare anche solo una parte di questo mercato.

Il problema è che al “fuoco nemico”, che ben sappiamo da dove proviene, si è aggiunto anche il “fuoco amico”, ben più subdolo e, per questo, pericoloso. Ecco alcuni esempi di “fuoco amico” made in Italy.

Nei mesi scorsi la Coldiretti ha scoperto la particolare situazione della ditta italiana Fallini Formaggi, autorizzata dal Consorzio del Parmigiano-Reggiano come laboratorio di grattugia, che commercializza anche prodotti come il “rapesan” (prodotto di punta sul mercato tedesco, con le sue assonanze con parmesan), in passato commercializzava il “pamesan”, che si trova ancora nella fotografia posta nella home-page del suo sito (http://www.falliniformaggi.it/). E’ sconvolgente vedere, fianco a fianco, il logo del consorzio e la fotografia del “pamesan”, speriamo che tale commistione non ci sia anche nelle buste di grattugiato!

Più recentemente la Coldiretti ha scoperto che lo Stato italiano è proprietario di una industria che, in Romania, con latte romeno e ungherese, produce formaggi  che vengono commercializzati con nomi italiani sui mercati europeo e statunitense contribuendo a diffondere la cultura del falso. In questo caso, particolarmente eclatante, lo Stato italiano che è costantemente impegnato a combattere il finto Made in Italy, diventa addirittura, senza saperlo, produttore di falsi, quasi fosse un novello Giano bifronte. Infatti, attraverso la società pubblica per l’internazionalizzazione, lo Stato italiano è  socio proprietario di questa industria, Lactitalia, con sede e stabilimento in Romania, che produce, utilizzando latte romeno e ungherese, formaggi rivenduti con nomi italiani, nientedimeno che “dolce vita”, “pecorino” e “toscanella”, “mascarpone”, “ricotta”, “mozzarella”, “caciotta”, solo per citarne alcuni. 

Infine due episodi collegati alla gestione dei marchi.
Il primo è il ritrovamento di confezioni di “Piselli piccoli di giornata” a marchio Valfrutta – cooperative agricole, prodotti in Ungheria! Onore al merito, la provenienza è scritta sulle confezioni, ma è talmente piccola che la massaia abitudinaria, convinta dell’italianità del prodotto di giornata, garantito anche sul sito internet, non ci fa caso. Se ne accorge più tardi quando degusta questi “deliziosi” legumi…

Il secondo è legato alla notizia di questi giorni della parziale cessione del marchio De Rica, storico brand italiano, salvato qualche anno fa da Conserve Italia, grazie anche ad un consistente finanziamento pubblico. All’epoca tutti concordi a celebrare il salvataggio del made in Italy e dei suoi marchi. Oggi parte del marchio De Rica pare finire a Singapore, per il solo mercato africano. Così i consumatori africani potranno scegliere tra il made in Italy fatto in Italia con il pomodoro cinese ed il made in Singapore, fatto in oriente (?), con l’etichetta italiana. Potenza della globalizzazione!

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi