Agrumi, intercettata in Olanda la prima partita sudafricana contaminata da Black-Spot
Come si ricorderà, Coldiretti aveva valutato negativamente le azioni approvate dal comitato permanente per la salute delle piante dell’Ue per proteggere le piante dalla malattia della macchia nera di agrumi (Black-Spot, Guignardia citricarpa), una malattia non presente sul territorio comunitario. Secondo tali misure, gli agrumi importati dal Sud Africa sarebbero stati soggetti a criteri più rigorosi come i trattamenti chimici pre e post-raccolta e la registrazione obbligatoria delle aziende di confezionamento, nonché ispezioni ufficiali in loco presso gli agrumeti, a partire dal 24 luglio 2014. Il 18 luglio, appena prima dell’entrata in vigore delle nuove misure, è stata riscontrata in Olanda la prima partita di limoni contaminata da Black-Spot. Nel caso in cui, nei prossimi mesi, vengano rilevate intercettazioni ricorrenti di agrumi contaminati con macchia nera degli agrumi, le misure in vigore dal 24 luglio potrebbero essere ulteriormente rafforzate. Un passo nella buona direzione, ma non è abbastanza: l’Unione ha perso una occasione per dare un segnale di adeguata attenzione alla difesa della salute delle produzioni comunitarie. Non sono state introdotte le raccomandazioni dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) di limitare, con misure automatiche, le importazioni dal Sud Africa se vengono rilevate più di 6 intercettazioni di lotti contaminati. Il timore è che si ripeta la stessa situazione dello scorso anno, a forte rischio con oltre 36 lotti contaminati che hanno raggiunto l’Ue prima che la Commissione prendesse adeguati provvedimenti. Servono anche misure di controllo più forti al punto di arrivo degli agrumi. Efsa nella sua relazione dello scorso febbraio aveva sottolineato che le misure in essere (all’epoca il blocco alle importazioni) per prevenire il contagio degli agrumeti europei con Black Spot risultavano appropriate e andavano pertanto mantenute. |