Aia, a rischio competitività per 76mila allevamenti con stop finanziamenti da Milleproroghe
Con lo stop ai finanziamenti all’Aia è a rischio la competitività per 76mila allevamenti. L’allarme viene dall’Associazione Italiana Allevatori che denuncia i tagli previsti dal decreto. “Sono momenti particolarmente difficili per il sistema zootecnico nazionale – dichiara Nino Andena presidente di Aia – e l’attuale mancanza di una copertura finanziaria all’attività delle nostre associazioni allevatori è motivo di forte preoccupazione. Ma c’è anche la consapevolezza che, dal dibattito politico, talvolta aspro, di queste settimane sia emerso un concetto chiave, espresso da tutte le componenti in maniera bipartisan: il ruolo del sistema allevatori come strumento di salvaguardia della sicurezza alimentare del made in Italy”. Oggi, fra aziende iscritte ai controlli funzionali e stalle che hanno sinergie con il nostro sistema, sono 76.543 gli allevamenti che verrebbero danneggiati da eventuali tagli, per un totale di 5.250.244 capi di bestiame. “Ma vorrei anche ricordare – dettaglia Andena – che il 79.36% del latte italiano è controllato da Aia, grazie alle 16.147.696 analisi effettuate nei nostri 24 laboratori distribuiti in tutto il territorio nazionale. Oltre a ciò, senza un adeguato finanziamento al nostro sistema non sarebbero più possibili le 257.002 giornate di lavoro effettuate dai nostri controllori, per un totale di 1.927.510 ore di verifiche annuali, stalla per stalla”. Un riconoscimento dell’importanza del lavoro dei tecnici, dei veterinari e degli agronomi che ogni giorno in tutta Italia, entrano in stalla e con la loro professionalità contribuiscono a creare una filiera in cui la tracciabilità d’origine e la sicurezza alimentare siano valori concreti e non semplici parole. “Abbiamo apprezzato la volontà politica del Governo centrale e delle Regioni di risolvere il problema – continua Andena – ma non possiamo nascondere che nelle aree svantaggiate e più povere del nostro territorio, dove la presenza degli allevatori acquista anche una valenza di tutela ambientale, ci siano già difficoltà a garantire i servizi alle aziende. Siamo rammaricati perché sembra che la serietà dimostrata da Aia in più di 60 anni di attività abbia perso significato e che l’obiettivo della competitività del sistema Italia, tanto evocato nel dibattito politico, naufraghi quando si devono poi garantire le risorse minime per renderla possibile, estromettendo di fatto l’Italia dalla rete internazionale di miglioramento genetico degli animali di interesse zootecnico”. L’amarezza è ancora maggiore – aggiunge Andena – perché vediamo calpestata la dignità di un sistema che in prima persona si è messo in discussione decidendo di riorganizzarsi. E’ difficile frenare la delusione se pensiamo che a luglio 2010 la Conferenza Stato-Regioni ha validato il testo del Programma annuale dei controlli 2010 e successivamente reso operativo con DM, nel quale il processo di ristrutturazione approvato dal Sistema Allevatori è definito come “funzionale agli obiettivi di efficienza ed efficacia raccomandati, considerando che tale percorso esige tempi di messa a punto ed attuazione che tengono conto di vari aspetti, non ultime le specificità regionali”. Sono già stati convocati incontri con i dirigenti del sistema allevatori per affrontare la difficile situazione e trovare soluzioni che garantiscano la continuità dei servizi, ma è chiaro che senza un rifinanziamento dei servizi forniti dalle Apa, si mettono a rischio i risultati positivi e le esperienze accumulati dal 1944, anno di fondazione di Aia, privando tutta la società di uno strumento efficace a tutela della sicurezza alimentare. “Sarebbe come investire per anni su una squadra vincente – conclude Andena – farla crescere, riuscire a portarla alle Olimpiadi e doverla ritirare prima delle gare perché mancano i soldi. E questo non lo possiamo permettere”. |
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