il Punto Coldiretti

Aia: tiene la produzione negli allevamenti, si punta sulla distintività

Selezione e miglioramento genetico per dar vita a prodotti alimentari caratterizzati da una forte distintività; origine italiana al 100 per cento; innovazione tecnologica. Sono gli strumenti per  garantire sostenibilità e competitività all’allevamento italiano, secondo quanto emerso dall’assemblea dell’Associazione italiana allevatori. Un appuntamento alla quale hanno preso parte, tra gli altri, il presidente nazionale dell’Aia, Pietro Salcuni e il presidente della Coldiretti, Sergio Marini.

Secondo i dati resi noti, le 19.329 aziende controllate dall’associazione (pari al 52,4 per cento del totale delle aziende che hanno conferito latte nel periodo 2011/2012), producono il 77,1 per cento del latte commercializzato in Italia. “Latte di cui il Sistema allevatori conosce ogni informazione, potendo risalire, grazie ai controlli, alla tracciabilità sul singolo animale – ha sottolineato nella sua relazione il presidente Salcuni -. I numeri parlano chiaro e il fatto che in Italia, alla riduzione del numero di allevamenti, corrisponda una tenuta delle produzioni, significa che il lavoro di assistenza tecnica portato avanti dagli oltre 2.000 tecnici, agronomi e veterinari dell’Aia funziona e rappresenta il vantaggio competitivo di chi è iscritto al Libro genealogico e ai controlli funzionali”.

“In Italia il 75 per cento del latte è destinato alla trasformazione e il 50 per cento diventa formaggio Dop – ha continuato Salcuni – ed è chiaro che il nostro lavoro giornaliero nelle stalle è la prima garanzia per avere una filiera alimentare in cui la sicurezza alimentare non sia uno slogan, ma diventi esperienza concreta. Purtroppo – incalza Salcuni – i tempi degli allevatori non sono quelli degli speculatori di Borsa e richiedono una pianificazione a lungo termine, che si va a scontrare con una gestione dei finanziamenti pubblici che invece ci costringe ad operare in una logica di costante emergenza. Ed è un vero peccato, perché i nostri soci creano ricchezza nel territorio in cui operano, garantiscono posti di lavoro e rivitalizzano l’economia in zone dove senza agricoltura e la zootecnia non ci sarebbe occupazione”.

Al tema della distintività ha fatto riferimento anche il presidente di Coldiretti Sergio Marini, intervenuto all’assemblea dell’Aia prima di tutto per manifestare la sua “vicinanza – ha sottolineato – alla zootecnia italiana e al Sistema allevatori”. Per Marini i nostri allevamenti rappresentano un modello da seguire in quanto autentico “presidio di diversità”, perché capaci “non soltanto di produrre reddito e  occupazione, ma anche di intessere relazioni e lavorare per la tutela del paesaggio, della sicurezza alimentare, del benessere animale, della stabilità sociale, valori  di cui beneficia l’intera collettività”. “In quest’ottica – ha osservato il presidente di Coldiretti – è necessario che le istituzioni nazionali garantiscano un adeguato finanziamento al Sistema allevatori, per consentire ad Aia di proseguire con il suo impegno”.

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