il Punto Coldiretti

Allarme vini in polvere, ora li vendono anche su Amazon

Occorre fermare la vendita su Amazon dei kit miracolosi che promettono di ottenere vini  pregiati in pochi giorni facendo ricorso alle polverine, con grave danno per le più prestigiose Doc italiane. E’ quanto chiesto da Coldiretti in occasione degli Stati Generali della lotta alla contraffazione, a cui ha partecipato il presidente dell’organizzazione agricola, Sergio Marini.

Il popolare sito di e-commerce ha aperto una enoteca on line nella quale, oltre ai vini italiani, vengono commercializzati anche wine kit, le confezioni di vini in polvere che usano impropriamente i nomi di denominazioni protette italiane. A prezzi variabili tra gli 80 e i 40 dollari si possono così acquistare kit per produrre bottiglie di vino spacciato per le più prestigiose Doc italiane come il Barolo, Valpolicella, Montepulciano, Verdicchio, Chianti, Gewurztraminer oppure con nomi che evocano il made in Italy come il Tuscany rosso o improbabili miscugli come il Frascati al cocco (white coconut frascati).

Un fenomeno che va fermato con il ritiro immediato dei wine kit dall’intero mercato comunitario, ma anche introducendo regole anti-contraffazione nel mondo dell’e-commerce per tutelare i prodotti made in Italy. Si stima che nei diversi Paesi dell’Unione Europea almeno venti milioni di bottiglie di pseudo vino vengano ottenute attraverso wine kit prodotti in Canada ma anche in Svezia.

“Abbiamo chiesto alle autorità nazionali di intervenire immediatamente anche attraverso l’Unione Europea – ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini intervenendo agli Stati Generali della contraffazione, a Milano -, per fermare uno scempio intollerabile che mette a rischio con l’inganno l’immagine e la credibilità dei nostri vini piu’ prestigiosi conquistata nel tempo grazie agli sforzi fatti per la valorizzazione di un prodotto che esprime qualità, tradizione, cultura e territorio”.

Dopo la denuncia della Coldiretti si è mossa anche la Commissione Europea la quale ha precisato che “i prodotti in questione non possono essere commercializzati utilizzando una denominazione di origine protetta (Dop) o un’indicazione geografica protetta (Igp), nemmeno attraverso una semplice evocazione del nome. Gli Stati membri devono adottare tutti i provvedimenti necessari a prevenire l’uso illecito del nome di una Dop o di un’Igp ritirando dal mercato tali prodotti”.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi