il Punto Coldiretti

Annata difficile per il tartufo, prezzi a 350 euro a etto

Il tartufo bianco viene quotato quest’anno in apertura della stagione su valori fino ai 350 euro all’etto in una annata difficile con l’estate caldissima e precipitazioni praticamente assenti. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base degli andamenti della borsa del tartufo bianco di Alba e Acqualagna, in occasione della partenza della stagione delle “feste” dedicate a sua Maestà il tartufo, dall’87esima Fiera del tartufo bianco di Alba alla 54esima edizione della Mostra nazionale del Tartufo bianco pregiato delle Marche a Sant’Angelo in Vado (Pesaro).

Anche se per le precipitazioni si spera nelle prossime settimane, a far innalzare il prezzo sono state le condizioni climatiche non favorevoli perché il Tuber magnatum Pico si sviluppa in terreni che devono restare freschi e umidi sia nelle fasi di germinazione che in quella di maturazione. Con l’autunno si moltiplicano lungo tutto lo stivale le mostre, le sagre e le manifestazioni dedicate al tartufo che coinvolge in Italia circa 200.000 raccoglitori ufficiali che riforniscono negozi e ristoranti, per un business stimato attorno al mezzo miliardo di euro, tra fresco e trasformato.

Si tratta di appuntamenti che rappresentano una ottima occasione per acquistare o assaggiarlo nelle migliori condizioni e ai prezzi più convenienti ma anche per difendersi dal rischio dell’inganno con la vendita di importazioni low cost spacciate per italiane

La Coldiretti invita a verificare l’indicazione del luogo di raccolta o coltivazione che deve essere riportato obbligatoriamente da quest’anno dopo che, proprio su richiesta di Coldiretti, la Commissione Europea ha chiarito che le indicazioni obbligatorie devono essere presenti sui documenti che accompagnano il prodotto in tutte le fasi della commercializzazione e che l’indicazione del Paese di origine è sempre obbligatoria per tutti i prodotti ortofrutticoli freschi, anche se esentati dal rispetto della norma di commercializzazione generale, come tartufi e funghi spontanei.

Dal Piemonte alle Marche, dalla Toscana all’Umbria, dall’Abruzzo al Molise, ma anche nel Lazio e in Calabria sono numerosi i territori battuti dai ricercatori. La ricerca dei tartufi praticata già dai Sumeri svolge una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta una importante integrazione di reddito per le comunità locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici come dimostrano le numerose occasioni di festeggiamento organizzate in suo onore.

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