il Punto Coldiretti

Applicazione dell’aumento delle quote latte

Dal 1° aprile 2008 entra in vigore l’aumento lineare del 2% delle quote latte per ciascuno dei 27 Stati membri dell’Unione Europea. Il provvedimento – approvato dal Consiglio dei Ministri Agricoltura lo scorso 17 marzo (e pubblicato sulla Gazzetta europea del 19 marzo 2008) – prevede per l’Italia un aumento di 210.601 tonnellate;  il quantitativo nazionale (consegne e vendite dirette) passa quindi da 10.530.060 a 10.740.661 tonnellate. Nessuna altra decisione è stata presa né per quanto concerne la compensazione europea delle maggiori produzioni di latte, né per la possibilità di acquisto quota fuori dai confini nazionali. Ora la palla passa agli Stati membri che dovranno scegliere come utilizzare l’aumento. Una possibilità è quella di suddividerlo fin da subito tra i singoli produttori. In tal caso, si applicherebbe la legge n.119/03 che nel comma 22 dell’art. 10 prevede:

"Gli aumenti da parte dell’Unione Europea del quantitativo nazionale garantito sono ripartiti con decreto del Ministro delle politiche agricole e forestali sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, tra le regioni e le province autonome in misura proporzionale alla media dei quantitativi prodotti in esubero negli ultimi due periodi contabilizzati, per essere assegnati con le seguenti priorità, con esclusione dei produttori che hanno ceduto a titolo oneroso in tutto o in parte la propria quota:

a) ai produttori che hanno subito la riduzione della quota "B" ai sensi del decreto-legge 23 dicembre 1994 n. 727 convertito; con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 1995, n. 46, nei limiti del quantitativo ridotto;

b) a giovani imprenditori agricoli anche non titolari di quota;

c) i quantitativi residui sono assegnati sulla base di criteri oggettivi autonomamente determinati dalle regioni e dalle province autonome, che assicurino il mantenimento diffuso delle strutture produttive esiste sul territorio anche con finalità di riassorbire il fenomeno della sovrapproduzione.

Ma l’Italia, visti i tempi ristretti per la comunicazione a ciascun produttore della nuova quota, sta valutando la possibilità di mantenere l’aumento nella riserva nazionale per poi suddividerlo alle singole imprese d’allevamento a valere per la campagna 2008/2009. Così facendo l’aumento di quote servirebbe a coprire in maniera complessiva le maggiori produzioni italiane per le categorie di priorità previste dalla citata Legge 119/03.

Secondo una stima Coldiretti, le Regioni che andranno a beneficiare maggiormente dell’aumento destinato all’Italia sono, la Lombardia con il 40%, il Piemonte con il 17%, il Veneto con il 15%, l’Emilia Romagna con il 10%, mentre al Friuli, alla Puglia, al Trentino Alto Adige andrà un aumento di quote di circa il 4% del totale destinato all’Italia.

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