il Punto Coldiretti

Aranciate, c’è chi la percentuale di succo l’ha già aumentata

Le discussioni delle scorse settimane sulla bocciatura degli emendamenti sulle aranciate, emendamenti relativi all’aumento del livello minimo di succo dal 12 al 20 per cento, hanno fatto passare in secondo piano il fatto che qualche operatore del settore delle bibite ha scommesso sulla produzione del Belpaese, non soltanto legando le proprie aranciate ai frutti provenienti dagli agrumeti italiani, ma anche garantendo al consumatore un contenuto di succo del 15,6 per cento, il 30 per cento in più rispetto a quanto previsto dalla nostra normativa (12 per cento), dimostrando che ci sono le soluzioni tecniche per offrire un prodotto di maggiore qualità.

In attesa che, finalmente, il legislatore nazionale dia seguito all’aumento del contenuto minimo di succo e a quanto promesso con la legge sull’etichettatura, ovvero l’origine obbligatoria in etichetta delle arance utilizzate, si consiglia di verificare sulle etichette, tra gli ingredienti, la percentuale di succo utilizzata e premiare chi si assume l’onore e l’onere di dichiarare, volontariamente, di utilizzare arance italiane in una percentuale superiore ai limiti di legge.

Confidando che, prima o poi, anche i baldi burocrati comunitari, con la rapidità che li contraddistingue, si accorgano che la tutela della qualità dei prodotti e la trasparenza sono un valore per i consumatori ed un dovere per i legislatori.

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