il Punto Coldiretti

Aromia bungii, arriva ancora dall’Oriente la nuova minaccia per l’ortofrutta italiana

Si ripetono, ormai sempre più spesso, situazioni fitosanitarie che mettono a rischio le nostre produzioni ortofrutticole. L’ultimo caso – quello del ritrovamento in Campania del coleottero cerambicide dal collo rosso (Aromia bungii), pericoloso per albicocco e susino – ci porta a fare ancora una volta alcune riflessioni.

Innanzitutto bisogna che il legislatore e i decisori politici si rendano conto dell’importanza per il settore produttivo di poter contare su servizi fitosanitari efficienti e strutturati, perché non solo la qualità delle produzioni, ma anche la riuscita degli investimenti dipende da una situazione fitosanitaria sotto controllo.

Materiale di propagazione certificato, virus esente, esatta rispondenza tra varietà richieste e varietà consegnate sono alcuni degli aspetti fondamentali, soprattutto quando le scelte imprenditoriali hanno ricadute i cui effetti si possono vedere a distanza di anni, come accade in ambito frutticolo. Non è pensabile, dopo investimenti di migliaia di euro e dopo un periodo improduttivo di qualche anno, avere delle sorprese rispetto all’identità o alla sanità del materiale messo a dimora.

Lo stesso vale per produzioni orticole di elevato pregio. Ma non solo. La funzione del servizio fitosanitario deve essere difensiva ed offensiva. Difensiva, perché è assolutamente necessario monitorare i flussi in entrata per evitare che continuino ad essere introdotti parassiti o malattie pericolose e non presenti nel nostro territorio.

Tarlo asiatico, diabrotica, punteruolo rosso delle palme, cinipide del castagno, tristezza degli agrumi, sharka delle drupacee, la tignola del pomodoro, la batteriosi del kiwi, il moscerino dagli occhi rossi dei piccoli frutti sono solo alcuni dei nefasti esempi di una situazione non sufficientemente strutturata, come rimarcato anche dall’Unione Europea, che necessita di investimenti maggiori in controlli.

Offensiva, perché troppo spesso non riusciamo ad esportare in territori extra-Ue che utilizzano barriere fitosanitarie, spesso pretestuose, per bloccare i nostri prodotti e magari da questi stessi territori abbiamo ricevuto nell’ultimo decennio decine di patogeni micidiali per le nostre produzioni.

È ora di cambiare marcia, riuscire finalmente ad aprire i mercati che ancora ci sono negati e proteggere in modo più efficace le nostre produzioni.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi