il Punto Coldiretti

Batteriosi del kiwi, servono più controlli sui prodotti d’importazione

A fronte del diffondersi della batteriosi del kiwi, in Nuova Zelanda hanno iniziato ad effettuare trattamenti sulle piante con prodotti antibiotici, vietati in Europa. Ancora una volta emerge in modo lampante come sia necessaria una adeguata vigilanza alle frontiere comunitarie sui prodotti di importazione, non solo perché l’utilizzo di antiparassitari vietati nell’Unione mette in crisi le produzioni comunitarie che si trovano a sostenere costi di produzione più elevati, ma anche per evitare rischi per la salute dei consumatori.
 
Per combattere la  batteriosi in Italia sono stati attivati interventi di espianto e possono essere utilizzati solo i prodotti che abbiano superato le procedure autorizzative in vigore nell’Ue. È quindi fondamentale che vengano aumentati i controlli sul prodotto di importazione, per evitare che vengano immessi sul mercato frutti non sicuri. Ma si dovrebbe anche lavorare a livello internazionale per evitare che con troppa leggerezza vengano utilizzati impropriamente gli antibiotici, con il rischio di selezionare ceppi di microrganismi resistenti.

Rimane comunque fondamentale l’importanza dell’etichettatura di origine, che consente ai consumatori di fare scelte consapevoli. L’Italia è il primo esportatore mondiale di kiwi; è destinato all’estero circa il 75% della nostra produzione, pari a 369.000 tonnellate di prodotto, per un valore di oltre 336 milioni di euro. Il kiwi è coltivato su più di 24.000 ettari; le principali regioni di produzione sono Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto, Calabria e Friuli Venezia-Giulia.

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