Benedetto XVI: “Rilancio dell’agricoltura decisivo per l’occupazione”
Un “rilancio strategico dell’agricoltura” è “decisivo” contro la disoccupazione e contro gli eccessi della “industrializzazione”. Sono le parole di Papa Benedetto XVI, pronunciate nel corso dell’Angelus e riferite al recente G20. Il pontefice ha invitato a “rivalutare l’agricoltura non in senso nostalgico ma come risorsa indispensabile per il futuro”. Dopo aver invitato a una revisione profonda dello sviluppo economico globale, sull’onda della crisi, Benedetto XVI ha ricordato che “In questo quadro, appare decisivo un rilancio strategico dell’agricoltura. Infatti, il processo di industrializzazione talvolta ha messo in ombra il settore agricolo, che, pur traendo a sua volta beneficio dalle conoscenze e dalle tecniche moderne, ha comunque perso di importanza, con notevoli conseguenze anche sul piano culturale. Mi pare il momento per un richiamo a rivalutare l’agricoltura non in senso nostalgico, ma come risorsa indispensabile per il futuro”. Il Papa ha poi evidenziato come "non pochi giovani hanno già scelto questa strada, anche diversi laureati tornano a dedicarsi all’impresa agricola, sentendo di rispondere così non solo ad un bisogno personale e familiare, ma anche ad un segno dei tempi, ad una sesibilità concreta per il bene comune. “L’invito del Santo Padre è un incoraggiamento per i quasi centomila giovani che hanno deciso di costruire il loro futuro di lavoro nelle campagne dove rappresentano la componente più dinamica ed innovativa del settore agricolo, nonostante le difficoltà da affrontare ogni giorno ha sottolineato il delegato nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, Vittorio Sangiorgio -. Non pochi giovani hanno già scelto questa strada, anche diversi laureati tornano a dedicarsi all’impresa agricola, sentendo di rispondere così non solo a un bisogno personale e familiare, ma anche a un segno dei tempi, a una sensibilità concreta per il bene comune”. Secondo una indagine della Coldiretti le aziende agricole dei giovani possiedono, infatti, una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media (9,4 ettari rispetto alla media nazionale di 6,1), un fatturato più elevato del 75 per cento della media (18.720 Euro rispetto alla media nazionale di 10.680) e il 50 per cento di occupati per azienda in più. Inoltre le giovani leve della campagna hanno una maggiore propensione al biologico (3,7 per cento delle aziende rispetto alla media nazionale di 2,1 per cento), ma incontrano qualche difficoltà nell’acquisto del capitale terra che solo nel 54 per cento dei casi è in proprietà rispetto al 74 per cento della media nazionale. E ancora si vanno sviluppando, proprio grazie all’impegno e all’azione dei giovani, i binomi agricoltura-turismo e agricoltura-attività sociali, con sempre nuove opportunità in continua evoluzione. A frenare gli entusiasmi dei tanti giovani che vorrebbero trovare occasioni di lavoro in campagna ci sono i tanti ostacoli all’ingresso, al costo dei terreni al credito, ma anche il peso della burocrazia: un giovane che vuole aprire un’impresa agricola o un agriturismo impiega oggi almeno due anni e mezzo per farlo, a causa della burocrazia che limita di fatto la libertà di impresa. Le pastoie burocratiche risultano essere uno degli ostacoli principali all’avvio dell’attività agricola come evidenziato anche da un’indagine Coldiretti-Swg dalla quale emerge che 4 giovani su dieci indicano le lungaggini nell’esame e nella predisposizione di domande e documenti come il principale problema del settore agricolo. |
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