il Punto Coldiretti

Biocarburanti, prove tecniche di futuro tra opportunità e diffidenza

Quanto interesse rivestono ancora le colture energetiche presso i produttori? La domanda è stata al centro di un incontro tra gli operatori della filiera per la produzione del biodiesel.Nel dicembre 2006, in sede ministeriale, venne stipulato un contratto quadro triennale (produzione 2006 compresa per garantire la colza autunnale) tra la parte agricola ed industriale per pianificare la produzione nazionale, in particolare di girasole e colza, ai fini energetici e finalizzato ad avviare e regolamentare le modalità di approvvigionamento dei quantitativi.

Da allora sembra trascorso un secolo per come si è modificato il quadro del mercato internazionale: l’iniziativa costituiva una valida alternativa produttiva ai cereali e garantiva un reddito integrativo anche attraverso il sostegno specifico comunitario (45 €/ha), insomma un’ulteriore opportunità introdotta dalla riforma della Politica agricola comune.

In questo contesto, consapevoli comunque delle difficoltà burocratiche previste dai meccanismi ferraginosi di Agea nella definizione della contrattualistica, venne avviata la campagna di semina con un riscontro produttivo fu soddisfacente (circa 45.000 ha), ma emersero forti perplessità sulla giusta remunerazione del prodotto in un quadro mercantile in continua evoluzione.

In realtà si è verificato che una parte di produttori, per garantirsi finanziariamente, avevano sottoscritto contratti di compravendita o coltivazione a prezzo chiuso (malgrado le indicazioni contrarie di Coldiretti) e quindi non hanno beneficiato della lievitazione progressiva delle quotazioni di mercato, inoltre la Commissione Ue aveva successivamente ridotto sensibilmente (in sede consuntiva di bilancio) l’importo dell’aiuto specifico a causa del superamento della superficie massima garantita su scala comunitaria; tutto ciò, insieme alla competitività delle oleaginose ad uso alimentare, ha progressivamente generato diffidenza nelle colture ad indirizzo energetico, tant’è che le previsioni dell’attuale campagna non superano i 20.000 ettari seminati sul territorio nazionale.

Nel frattempo comunque il quadro comunitario di riferimento è cambiato e sta ulteriormente uniformandosi alla nuova realtà: anche la soja è stata ricompresa tra le energetiche dopo la battaglia sostenuta direttamente da Coldiretti e ciò significa che potremo contare su quantitativi superiori di prodotto (anche secondo raccolto); nell’ambito dell’Health check è prevista l’abolizione dell’aiuto specifico di sostegno che elimina l’utilizzo specifico della coltura e che sana di fatto squilibri di mercato nelle stesse colture.

Con questo nuovo scenario saranno direttamente gli oli ad essere indirizzati per l’uso diverso da quello alimentare, a livello produttivo non avremo più condizionamenti e quindi torneremo a gestire le colture in termini mercantili ed agronomici aziendali. Coldiretti comunque ha confermato la propria disponibilità ad un confronto di filiera per verificare la validità di imbastire eventuali intese che nel quadro futuro, a nostro avviso, troveranno scarso interesse in quanto la destinazione del prodotto avviene successivamente alla trasformazione.

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